La più antica classica del mondo - la prima edizione venne disputata nel 1876 con vittoria di Paolo Magretti - torna quest'anno nella sua collocazione primaverile e, visto che tra tre giorni c'è la Sanremo, sceglie di riproporre un percorso adatto alle ruote veloci. Quindi oggi non vedremo all'opera Primoz Roglic, ultimo vincitore, né gli altri corridori che lo hanno preceduto nell'ordine d'arrivo da quando la corsa ha trovato traguardo in vetta al Colle di Superga - felice intuizione di Antonio Bertinotti e dell'Ac Arona - con quel doppio passaggio che sarà invece riproposto in gran parte nel corso della tappa torinese del Giro d'Italia.
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Il percorso è sostanzialmente pianeggiante fatto salvo l’attraversamento del Canavese dove sono proposti alcuni brevi saliscendi che non presentano né lunghezze né pendenze degne di rilievo. Si parte da Magenta per attraversare su strade pianeggianti l’alta pianura padana nella zona delle risaie toccando Novara e Vercelli per portarsi quindi nel Canavese dopo Cavaglià, Viverone e Bollengo.
Il Canavese, come detto, si presenta con piccoli saliscendi che proseguono e Nord di Torino nella zona del Parco della Mandria. All’imbocco della Val di Susa la strada torna sostanzialmente pianeggiante fino all’arrivo. Si incontrano, negli abitati attraversati, i consueti ostacoli cittadini come rotatorie, spartitraffico e passaggi rialzati. Gli ultimi 10 km sono praticamente pianeggianti fino all’arrivo di Rivoli. In totale da percorrere ci sono 199 km, previste velocità molto elevate.
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