La Settimana Internazionale Coppi e Bartali è uno dei gioiellini del panorama ciclistico italiano, Adriano Amici la organizza con il suo Gs Emilia mettendoci tanta passione e curandone ogni minimo particolare. Giunta ormai alla sua ventitreesima edizione, dopo l’inusuale spostamento ad inizio settembre nell’annata 2020, la Coppi e Bartali ha finalmente ripreso la sua collocazione originaria a fine marzo. In scena dal 23 al 27 marzo si conferma una delle corse a tappe più interessanti della nostra penisola, le squadre World Tour si affiancano alle numerose Professional e Continental dando ai giovani la possibilità di correre con i grandi campioni e farsi le ossa nel ciclismo che conta.
Ormai la formula è più che consolidata, quattro tappe di cui la prima divisa in due semitappe, tutte in terra emiliana tra Riccione e Forlì, alle quali in questo 2021 se ne è aggiunta una quinta, con un percorso inedito con partenza e arrivo nella Repubblica di San Marino che si è imposta come frazione regina dell’intera competizione.
Protagonista indiscusso dell'edzione 2021 è stato senza ombra di dubbio Jonas Vingegaard, classe ’96, astro nascente della Jumbo Visma, che ha raggiunto già quattro vittorie nella stagione 2021. Il danese è un corridore versatile, viene da Hillerslev, una cittadina vicina al mare che sembra uscita da una fiaba, è un uomo squadra ed è abituato a correre in sordina sfruttando al meglio ogni occasione. Nella quinta tappa dell’UAE Tour a fine febbraio, il suo scatto nel finale della quinta tappa sulla salita verso Jebel Jais aveva sorpreso un po’ tutti e in quella occasione Vingegaard era stato in grado di conquistare una vittoria incredibile lasciandosi alle spalle gente come Pogacar, Yates e compagnia. Una grande ribalta per il danese che in realtà aveva già costellato la sua ancora breve carriera di successi importanti come l’ottava tappa del Giro di Polonia nel 2019 e interessanti piazzamenti nella categoria under 23.
Durante la Settimana Coppi e Bartali Jonas Vingegaard si è comportato da vero dominatore andando forte su ogni tipo di terreno, supportato da una squadra di corridori giovanissimi che hanno gestito abilmente tutte le prime fasi di gara.
Il danese è uscito allo scoperto sulla salita di Sogliano al Rubicone mettendo in chiaro fin da subito le gerarchie della corsa e centrando una vittoria per lui inaspettata, che ha però segnato l’inizio di una crescita costante. Era strano per Vingegaard trovarsi ancora una volta primo, in più con la maglia di leader addosso, ma pedalata dopo pedalata ha acquisito la consapevolezza che la vittoria non era un caso, ma frutto di un grande talento. Forte in salita, in questi giorni di gara ha dimostrato di potersela giocare anche allo sprint e proprio in volata si è preso anche la quarta tappa, la più attesa della corsa, nel cuore di San Marino. Non si è mai seduto sugli allori, ogni frazione è stata l’occasione per testarsi e per provare, non ha mai aspettato che gli avversari lo attaccassero, non ha corso il rischio di doversi poi difendere, è sempre stato il primo a muoversi per avvantaggiarsi ancora e ancora come nella tappa conclusiva, nella quale è stato protagonista di una fantastica azione con il connazionale Mikkel Honoré.
Jonas Vingegaard è ancora giovane, non sa ancora bene dove vuole arrivare, ma durante i cinque giorni della Coppi e Bartali ha capito che forse è più forte di quello che credeva.
«La vittoria di tappa all’UAE Tour è stata strana, nessuno se lo aspettava e in molti hanno creduto fosse solo fortuna, in realtà all’inizio l’ho pensato anch’io... Poi sono arrivato in Italia, a Sogliano stavo bene e ho tentato, è arrivata un’altra vittoria inaspettata quanto la prima, ero emozionatissimo, ho preso anche la maglia di leader ed ero sinceramente incredulo. Poi il giorno dopo a Riccione ho capito che non era un caso, stavo bene e potevo fare meglio: pedalata dopo pedalata, giorno dopo giorno, ho iniziato a credere sempre di più nelle mie possibilità. Sono giovane e ho tanto da imparare, ma penso di essere sulla buona strada».
Ora la Jumbo Visma si ritrova con un altro gioiellino nella sua formazione, un ragazzo che ha tutte le carte in regola per diventare un forte uomo da corse a tappe. Il danese, per sua ammissione, non sa ancora cosa vuole diventare da grande, lo affascinano le gare a tappe, ma è innamorato delle Ardenne e delle classiche del nord, quelle più vicine a casa che hanno un posto nel suo cuore. Ha corso da protagonista sia l’Amstel Gold Race che la Liegi-Bastogne-Liegi, dopo essersi piazzato secondo al Giro dei Paesi Baschi: questi risultati gli sono valsi la convocazione per il prossimo Tour de France.
Era uno dei suoi sogni, comesì come lo è dare battaglia sulle salite del Giro, ma Vingegaard non ha fretta e preferisce aspettare ed imparare ancora. «C’è tempo per le grandi corse, ora preferisco tenere i piedi per terra e seguire le indicazioni della squadra. Con queste tre vittorie penso di aver lanciato un segnale importante, ma non credo che cambierà molto nel mio team. Nella Jumbo ci sono corridori fortissimi che si meritano più di me di avere un ruolo da capitano, Primoz Roglic su tutti, per me è un piacere lavorare per loro perché ho tanto da imparare. Spero che in futuro per me ci sia la partecipazione al Giro e al Tour, ma per il momento preferisco concentrarmi sulla Vuelta, l’anno scorso vi ho preso parte per la prima volta e sono contento di poterci ritornare quest’estate».
I cinque giorni di gara in terra romagnola non hanno mai smesso di stupire e hanno visto protagonisti dei giovani veramente interessanti, con la conferma che ormai il cambio generazionale è una realtà sempre più concreta. A Vingegaard e Honorè, rispettivamente classe ’96 e ’97, si va ad aggiungere Ethan Hayter, 22 anni, che si è portato a casa la classifica di miglior giovane e un bellissimo successo di tappa sul lungomare di Riccione. L’inglesino del Team Ineos Grenadiers si era già fatto conoscere con la vittoria al Giro dell’Appennino nel 2020 e si candida per essere uno dei giovani emergenti da tenere d’occhio per le prossime stagioni.
da tuttoBICI di aprile