Wildcard, la parola magica che torna invariabilmente ad ogni inizio stagione a turbare i sonni e i sogni dei ProTeam. Oggetto massimo dei desideri, come sempre, i grandi giri. E come sempre cominciano a rincorrersi voci, conteggi, calcoli, speranze, tremori e via elencando. Il grande problema, come detto, rigaurda i grandi giri e sotto pressione ci sono in particolare le squadre dei Paesi organizzatori, vale a dire Italia, Francia e Spagna.
Ricapitoliamo le regole: ai tre grandi giri partecipano le 19 squadre di WorldTour e gli organizzatori hanno l’obbligo di invitare anche la miglior Professional della passata stagione, per il 2021 è la Alpecin Fenix. Il numero massimo delle squadre che possono essere al via, come previsto dal regolamento dell'UCI, è di 22 per un totale di 176 corridori.
Le parole del manager della Alpecin Fenix Christophe Roodhooft non lasciano margine al dubbio: «Abbiamo deciso che prenderemo parte a tutti e tre i Grandi Giri. Il Tour naturalmente è al centro dei nostri pensieri, il Giro d’Italia ci interessa perché il nostro co-sponsor Fenix è italiano e poi faremo anche la Vuelta». Con un organico forte di 32 corridori, il team belga ha chiaramente la forza di affrontare una stagione ricca, degna di una formazione WorldTour e quindi andrà ad occupare la casella numero 20 a disposizione. Decisamente ridotte, per non dire nulle, le speranze di un passo indietro come quello che fece lo scorso anno al Total Direct Energie rinunciando al Giro d’Italia e liberando un posto.
La seconda variabile, arrivata come il classico sasso nello stagno, è l’anticipazione che arriva proprio dalla Gazzetta dello Sport: Ciro Scognamiglio scrive che Nairo Quintana vuol tornare al Giro d’Italia. Il che significa che, anche se il percorso della corsa rosa non è ancora stato annunciato, la Arkea Samsic ha cominciato perlomeno a muoversi in tal senso e ambisce al posto numero 21. Se il team francese formalizzasse la sua intenzione, difficile per gli organizzatori rinunciare alla presenza di un corridore che il Giro d’Italia lo ha già vinto. E quindi il rischio è che le quattro formazioni italiane - Androni Sidermec, Bardiani CSF Faizané, Eolo Kometa e Vini Zabù Brado KTM - si trovino a correre per un posto solo, magari con la concorrenza della Gazprom Rusvelo.
A proposito di wildcard, Mauro Vegni era stato molto chiaro in una delle ultime interviste rilasciate indicando chiaramente la strada da seguire per i team e le sue intenzioni di organizzatore per il giri a venire: «Nel 2020 per avere le tre italiane ho dovuto lavorare parecchio proprio con la ventesima squadra. Mantenere questa situazione è complicato. Ogni anno lo ripeto ai team manager che mi vengono a trovare. Preferirei avere il numero chiuso in modo da evitare questa situazione e non mi metterebbe tutti gli anni nella condizione di dover dire di no ad un team e alla solita storia che la squadra rischia di chiudere. Lavoro per un'azienda che ha interessi economici anche in altri Paesi e non solo in Italia e guardo anche alla qualità dei risultati. Non mi interessa nulla dei team che vanno in fuga tutti i giorni».
Discorso analogo per Tour e Vuelta. In Francia la Arkea Samsic è di gran lunga la formazione più competitva ed è la favrita per una wildcard con o senza Quintana al via. Se così fosse, in corsa per un posto resterebbero B&B Hotels, Delko e Total Direct Energie(che ha fatto una grande campagna acquisti proprio in chiave Tour de France), sempre che non ci siamo altre candidature straniere da contrastare. In Spagna, accanto alle ormai consolidate Caja Rural e Burgos BH sono approdate nella categoria Professional la Euskaltel Euskadi e la Equipo Kern Pharma, ma la corsa spagnola potrebbe interessare anche alla Eolo Kometa che, pur avendo licenza e sponsor italiani, ha comunque un profondo legame con la Spagna grazie alla famiglia Contador.