Caro Direttore,
una trasmissione della televisione della prima ora, veramente di un altro pianeta rispetto alla desolazione che passa oggi quel convento, recava il nome "NON E' MAI TROPPO TARDI". Chi, come il sottoscritto, ha ormai più passato alle spalle che futuro davanti, ne ricorda l'importanza veramente "socio-culturale", e anche il galantuomo che la conduceva, il mai abbastanza rimpianto Maestro Manzi.
Anche tu, stimatissimo Direttore, sei ... maestro di voti. Le tue pagelle sui corridori e sulle loro prestazioni agonistiche nelle competizioni che veramente contano sono ad un tempo temute e rispettate. Aggiungo anche che, quasi sempre (la perfezione non è di questo mondo) le tue valutazioni e i conseguenti giudizi sono rispondenti alla realtà dei fatti. Insomma, a mio sommesso avviso sei proprio un “bravo maestro”.
Così non è, o almeno non lo è per il sottoscritto "... inguaribile innamorato del Ciclismo" (Stagi dixit), per quanto si evince dal Ranking Mondiale dei Corridori Professionisti e dei rispettivi Team stilato dall'U.C.I. ogni settimana. Ad essere sinceri, classifica che passa quasi sottotraccia o inosservata, come se si trattasse di una quisquilia o di una panzana. Inspiegabilmente, e con un pizzico di delusione unito a sconforto, non ho trovato alcune "voce critica" di quanto, all'apparenza autorevolmente, si è stabilito da parte dei massimi Organi del Ciclismo.
Un giudizio, per strampalato che sia, è (o almeno dovrebbe essere) pur sempre espressione di un'attività che, tra l'altro, dovrebbe avere a fondamento professionalità e competenza. Per le valutazioni da Circo Medrano, o da paese delle favole, seppure possano essere gradevoli, c'è ancora tempo.
Abbiamo tutti, chi più chi meno, occhi per vedere e "testa" per capire e valutare quanto gli Atleti-Ciclisti sono in grado di offrirci con il loro lavoro. L'ho già detto e lo ripeto: praticare professionalmente la Disciplina (e non il semplice Sport) del Ciclismo è cosa ben seria, e non certo alla portata di tutti.
Comunque la si veda e la si voglia intendere, ancor'oggi la vita del Corridore è fatta di sacrifici, con più spine che rose e fiori. Non foss'altro che per questa innegabile realtà, ogni corridore merita adeguata considerazione e rispetto. Proprio per questo non mi azzardo a dire che in questo Ranking mondiale al Corridore Tizio doveva essere riservata una posizione che invece è stata attribuita al Corridore Caio: sarebbe un "giudizio" sbagliato e fuorviante, fondato su presupposti errati quando non anche infondati, e privo della necessaria credibilità. Una sorta di voto fantasioso per un Ciclismo virtuale. Francamente ne faccio volentieri a meno: preferisco, di gran lunga, la sincerità e la motivata chiarezza di giudizio, così come lascio ad altri il Ciclismo fatto prevalentemente di numeri e tabelle. Mi tengo ben stretto il Ciclismo VERO, e tanto mi basta.
Cordialmente.
Fiorenzo Alessi