È Anna Van Der Breggen la trionfatrice del Giro Rosa 2020 al termine di nove tappe che fino alla fine non hanno mai smesso di entusiasmare. Per la campionessa olimpica si tratta del terzo successo al Giro d’Italia Femminile dopo il 2015 e il 2017: una corsa, quella di quest’anno di cui ha apprezzato particolarmente il percorso. È in attesa della premiazione più importante di tutti, quando inizia a fare con noi un bilancio sul giro e sulla condizione del ciclismo femminile.
Ti è piaciuto questo Giro?
«È stata un’edizione strana, non solo perché spostata di due mesi causa la pandemia, ma soprattutto per il percorso. Non c’erano grandi salite, ma nemmeno tappe che si potessero dire adatte ad un arrivo allo sprint. L’elemento più importante di tutti è stata la squadra, è stato fondamentale avere delle compagne in gamba che facessero un gran lavoro affinchè si potesse stare nelle migliori posizioni. Le salite non erano troppo impegnative ma rischiavano comunque di fare male, le discese invece erano molto tecniche. Queste tappe ondulate mi sono piaciute molto, ma devo ammettere che ho apprezzato in modo particolare quelle con le salite più arcigne che ci hanno chiesto di dare veramente tutto.»
Come hai vissuto la caduta di Annemiek Van Vleuten?
«Sono molto dispiaciuta per quello che è successo ad Annemiek, però da un certo punto di vista mi viene da dire che alla fine sono cose che capitano. Ogni giorno noi atlete affrontiamo delle sfide, cadiamo e ci rialziamo, quelle che è successo a lei poteva accadere a chiunque. Dopo la sua caduta però nel gruppo è salita una certa tensione, abbiamo come raggiunto la consapevolezza che avremmo potuto cadere in ogni momento e in men che non si dica saremmo uscite di scena».
Come sarebbe andata se fosse rimasta nel gruppo?
«È innegabile: se Annemiek non fosse caduta, sicuramente ci sarebbe stato tutto un altro tipo di corsa, ma chissà, forse sarebbe finita ugualmente in questo modo. Dopo la seconda tappa sullo sterrato, in cui la campionessa del mondo ci ha rifilato ritardi impressionanti, molti hanno pensato che il Giro fosse già chiuso, ma dal mio punto di vista invece era appena iniziato, se volevamo giocarcela dovevamo dare tutti noi stesse. Dopo la caduta di Maddaloni, è necessariamente cambiata la strategia che avevamo tenuto fino in quel momento: prima dovevamo rincorrere sempre cercando di trovare ogni spazio possibile per attaccare, poi da un giorno all’altro ci siamo trovate davanti. Ma alla fine penso che non sia cambiato così tanto lo spirito della corsa: alla partenza ognuno di noi voleva dare il meglio di sé e così abbiamo continuato a fare fino alla fine»
In quest’ultima tappa potevano succedere veramente molte cose, ma forse da un certo punto di vista, la fuga vi ha salvato…
«In realtà all’inizio la tappa è stata difficile, davanti andavano veramente a tutta, abbiamo capito che non avremmo potuto più riprenderle, quando abbiamo iniziato la salita eravamo tutte insieme con un buon margine di ritardo e così si è trasformata nella condizione giusta per noi. Io stavo molto bene, ma al posto di provare a vincere la tappa ho preferito stare dietro a controllare, in modo tale da evitare di prendermi un tremendi fuori giri»
Il tuo bilancio personale? Era una vittoria che ti aspettavi?
«Mi sono presentata a Grosseto con l’idea di portarmi a casa la vittoria finale, ma sinceramente non mi sarei mai immaginata che le cose sarebbero andare in questo modo. Certo un po’ di rammarico c’è perché non sono riuscita a vincere una tappa, ma di positivo c’è il fatto che ho corso sempre davanti, mi sono sempre fatta vedere ed ero pronta per replicare ad ogni attacco. In vista del mondiale è un segnale più che buono. »
Quest’anno il Giro Rosa è stata l’unica corsa a tappe World Tour rimasta in calendario, ma già si parla di Tour de France al femminile: tu cosa ne pensi?
«Il Giro Rosa è una corsa veramente bella, per importanza è paragonabile al Tour per gli uomini. Già da quest’anno avremo la possibilità di correre anche la Parigi-Roubaix, per noi rappresenta un grandissimo passo avanti. In giro si dice che molto probabilmente reintrodurranno il Tour de France femminile, per il momento sono solo voci, ma se tutto fosse vero sarebbe veramente una bella notizia. In questo anni il ciclismo femminile sta affrontando una vera e propria rivoluzione: abbiamo più gare, hotel e mezzi di trasporto più belli, stipendi che forse non sono al livello di quelli degli uomini, ma che in alcuni casi incominciano ad avvicinarsi. Dobbiamo procedere in questa direzione, il ciclismo femminile deve cambiare e spero che continui a farlo in meglio. »
Ed ora cosa farai? Stai già pensando al mondiale o ti darai ai festeggiamenti?
«Il mondiale è veramente vicino, ma per il momento non abbiamo ancora avuto modo di parlare con la squadra. Questa sera sinceramente voglio godermi il momento, arrivare al bus della squadra, ringraziare tutte le mie compagne di squadra e i membri del mio team. E poi una volta arrivati in hotel ci daremo alla pazza gioia festeggiando con pizza e gelato».