Un vero e proprio coro da stadio ha accolto Elisa Longo Borghini vittoriosa sul traguardo di San Marco la Catola al termine di una corsa fino all’ultimo respiro.
«Già prima della partenza avevo detto che per me questa edizione della corsa rosa sarebbe stata speciale. Vista la situazione era già un miracolo essere al via, mai mi sarei immaginata di vestire la prima maglia rosa e addirittura di vincere una tappa - spiega Elisa Longo Borghini a tuttobiciweb -: per molto tempo ho avuto il mio Paese nel cuore durante il lockdown, in certe occasione noi atleti siamo veramente delle persone inutili, non siamo medici che salvano le vite, non portiamo beni di prima necessità, siamo semplicemente persone che si allena, che fanno delle corse e l’unica cosa che possiamo fare è regalare emozioni ed oggi nel mio piccolo spero di esserci riuscita».
È questo il primo successo alla corsa rosa per l’atleta piemontese, portacolori del team Trek Segafredo, che dopo molti tentativi è riuscita finalmente a raggiungere il suo obiettivo.
«In questi giorni ho provato molte volte ad attaccare, dopo la debacle della seconda tappa abbiamo deciso di cambiare la nostra strategia, di non puntare più alla generale ma alle vittorie di tappa. Ci abbiamo girato intorno tanto, ma non c’eravamo mai riuscite. Oggi con tutto il team siamo partite a tutta, soprattutto nel finale le mie compagne hanno fatto un lavoro incredibile che ha tagliato fuori tutte le migliori - spiega Elisa -. Quando Anna è scattata io le sono andata dietro immediatamente, sapevo che lei si muoveva per la generale e che quindi avevamo due obiettivi sostanzialmente diversi: a lei importava guadagnare il più possibile e la vittoria di tappa non era così fondamentale se avessimo avuto un certo distacco rispetto alle altre. Fin da subito abbiamo avuto un buon feeling, lei è una vera campionessa e anche oggi ha dimostrato che quando parte non lo fa mai per gioco, è determinata, nel finale ha tenuto un ritmo incredibile e devo ammettere che mi ha fatto anche un po’ soffrire, ma io ho tenuto duro perché per nulla al mondo avrei potuto perdere questa occasione».
Ora alla vigilia dell’ultima tappa Elisa Longo Borghini si trova sul terzo gradino del podio a 2’23” da Anna Van Der Breggen.
«Ora la cosa più importante è godermi questo successo, poi si vedrà cosa succede domani, ma se ci sarà spazio non mi tirerò di certo indietro - prosegue Elisa -. Però c’è una cosa che devo ammettere: correre così senza Annemiek Van Vleuten ed Amanda Spratt e un po’ strano, non è la stessa cosa. Mi sento di augurare a loro una buona guarigione perché è vero che la campionessa del mondo è un’autentica cannibale, ma prima di tutto è una persona. Non vorrei mai vedere nessuno cadere in quel modo ed essere costretta al ritiro mentre indossa la maglia rosa».