Il vento. Non c’è trainer digitalizzato che riesca a simularlo. Per i ciclisti può essere un alleato o un nemico, ma è pur sempre un compagno di viaggio. E quando non c’è manca da morire.
Lunedì i ciclisti sono tornati ad allenarsi liberamente dopo quasi due mesi di rulli ed esercizi. Se chiedete a Nicholas Dalla Valle cosa si è gustato di più vi risponderà: «Il vento».
«Quando vai in bici tutti i giorni sulle strade non te ne rendi conto, ma pedalare con l’aria che ti rinfresca dà una bellissima sensazione – racconta il ventiduenne vicentino di Nove, neo-professionista alla Bardiani Csf Faizanè -. Alla prima uscita sono salito per un po’ di chilometri sul Monte Grappa e mi sono gustato il vento in discesa. Dopo oltre 50 giorni passati a frullare sui rulli, grondando di sudore con un ventilatore davanti, ho capito quanto sia bello il vento, anche quando ce l’hai a sfavore».
Il 2020 di Nicholas Dalla Valle era iniziato a tutto gas: Vuelta a San Juan in Argentina, poi Giro di Colombia e una corsa di un giorno in Croazia. Seguiva in agenda la sua prima corsa di primissimo livello, la Strade Bianche, che però è stata cancellata dal coronavirus. Da allora rulli e solo rulli. Quando poi Zaia ha allungato il guinzaglio fino ai confini comunali, Dalla Valle ha stabilito un record: «I rulli mi andavano fuori dalle orecchie, non ne potevo più, allora ho iniziato a girare in un circuito di 900 metri dentro Nove, l’ho percorso 220 volte, fino a che il contachilometri ha segnato 200». «Adesso con il mio preparatore faremo un piano di allenamenti ipotetico, finalizzato a rientrare alle corse ad agosto – aggiunge il vicentino -, se poi non sarà così aggiusteremo il tiro strada facendo».
da Il Giornale di Vicenza