Ricordate il caso di M.C., il ragazzo di 15 anni risultato positivo al Clostebol e assolto per inconsapevolezza dal Tribunale Nazionale Antidoping? Bene, è stato squalificato per un anno.
Questo il dispositivo del tribunale: «La Seconda Sezione del TNA, accoglie l’appello proposto dalla Procura Nazionale Antidoping e, in riforma della decisione pronunziata dalla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping il 18 novembre 2019, pubblicata con la motivazione il 19 dicembre 2019, ritenuta la violazione dell’art. 2.1 CSA contestata al minore (tesserato FCI), ai sensi degli artt. 4.2.2 e 4.5.2.1, 4.11 CSA, infligge al medesimo la squalifica di un anno decorrente dalla data di pubblicazione della presente decisione, dedotto il presofferto; determina nel 7 dicembre 2020 la data di scadenza della squalifica, tenuto conto del periodo di sospensione cautelare già scontato; nulla per le spese del presente procedimento».
La sentenza che nel novembre scorso era stata definita "storica" è stata ribaltata. Ricordiamo in breve la vicenda: poco pià di un anno fa la mamma del ragazzo si è ustionata con il ferro da stiro, è andata in farmacia a chiedere consiglio e le è stato suggerito il Trofodermin, unica pomata che contiene il Clostebol, vale a dire la sostanza incriminata e rilevata nelle urine del ragazzo.
Sulla scatola del medicinale appare chiaramente il bollino rosso che segnala il prodotto dopante, ma la mamma ha gettato la confezione (il simbolo c'è comunque anche sul tubetto, come mostra la foto pubblicata...). E quando nel luglio scorso il suo ragazzo è stato vittima di una brutta caduta, ha utilizzato la pomata per lenire le abrasioni, senza più pensare ai rischi di positività.
Dopo la prima sentenza, e lette le motivazioni, la Procura federale ha deciso di presentare ricorso e ha visto accolta la sua richiesta di un anno di fermo per il ragazzo.