Al Tour de Suisse si parla ancora una volta colombiano e lo si fa con Egan Bernal che, dopo il successo alla Parigi-Nizza ad inizio stagione, ritorna a porre la sua firma su una corsa a tappe di una settimana. È un grande successo per il portacolori del team Ineos che, visibilmente sodisfatto, ci racconta le sue impressioni sulla competizione elvetica: «È davvero un sogno aver vinto un’altra corsa a tappe, ad inizio stagione mi sono portato a casa anche la Parigi Nizza, ma non me la sento di fare un paragone, in Francia la corsa era molto più incasinata e poi è arrivata prima del periodo sfortunato che ho affrontato. Qui in Svizzera tutto è andato per il meglio, ho vinto la generale e persino la tappa del San Gottardo, non potrei chiedere di più. Non riesco a descrivere l’emozione che sto provando in questo momento, addirittura sul podio ho ricevuto i complimenti da un grande campione come Fabian Cancellara, sono cose che non accadono tutti i giorni!».
L’ultima frazione dell’edizione 2019 è stata tutt’altro che una passeggiata, nonostante il ridotto chilometraggio i corridori hanno affrontato tre salite piuttosto impegnative sulle quali Carthy ha costruito il suo successo. Tra gli uomini della generale non sono mancati gli scatti, ma Bernal ha mantenuto un controllo totale sulla corsa. «Questa mattina sono partito con soli 22” di vantaggio su Dennis, sapevo che si sarebbe inventato qualcosa, bastava guardare quanto ha lavorato duramente la sua squadra per capire che avrebbero dato il tutto per tutto. Sull’ultima salita mi sono trovato da solo, ma non mi sono preoccupato più di tanto, la squadra ha lavorato molto nel corso dei primi due Gpm in modo tale che risparmiassi più energia possibile: devo dire che oggi è il giorno in cui mi sono sentito meglio in tutta questa corsa a tappe - prosegue il colombiano -: ad un certo punto Dennis ha attaccato e io non ho potuto fare altro che seguirlo, dopo tutto era il secondo della generale, era mio dovere chiudere su di lui. Siamo rimasti da soli, ha fatto una discesa incredibile, io ho cercato di stargli dietro, ma sono sempre stato attento a non correre troppi rischi, non volevo ripetere l’errore di ieri. Nell’ultimo chilometro è scattato ancora, non sono più riuscito a superarlo e mi ha portato via la seconda posizione, ma non mi sono disperato, dopo tutto avevo un vantaggio sufficiente.»
Ora per il colombiano è tempo già di pensare al futuro, tra due settimane a Bruxelles scatterà il Tour de France e Bernal si presenta in ottima forma, ma in casa Ineos non sembrano esserci dubbi circa la gerarchia. «La vittoria della generale in questo Tour de Suisse diventa ancora più importante se penso che è l’ultima grande prova in vista del Tour, ora mi aspetta un piccolo periodo di riposo per essere al via nella migliore condizione possibile. Ci presentiamo al Tour come i campioni uscenti, io sto molto bene, ma nel team non c’è nemmeno il minimo dubbio circa la gerarchia: Geraint Thomas sarà il nostro leader. Nutro grande rispetto nei suoi confronti, penso che sia uno dei corridori più forti per le corse a tappe e in gruppo fanno bene a temerlo. Io lavorerò per lui, sono a sua completa disposizione e farò di tutto per aiutarlo a bissare il successo dell’anno scorso; certo, non posso nascondere che se ci sarà la possibilità proverò anche a togliermi una piccola soddisfazione.»