Alberto Bettiol, il giorno dopo. Il re del Fiandre è tornato in Italia e oggi è a Milano: proprio qui lo raggiungono al telefono gli amici di Tutti Convocati, la trasmissione di Radio24 condotta da Carlo Genta e Pier Luigi Pardo. Dialogando anche con il nostro direttore Pier Augusto Stagi, Bettiol spiega: «Ora mi godo questo successo, poi tornerò al Nord per disputare la Freccia del Brabante il 17 e l'Amstel Gold Race il giorno di Pasqua. Correrò anche la Liegi che forse è un po' troppo dura per me, anche se mi sto scoprendo anch'io come voi mi state scoprendo. Dopo la Doyenne farò uno stacco e quindi andrò a disputare il Tour de France in appoggio al nostro capitano Rigoberto Uran. E poi...».
Dicci, Alberto. «Ieri sera ho parlato con il ct Davide Cassani e stiamo facendo un pensiero mondiale. Cassani mi ha spiegato che il circuito dello Yorkshire è ideale per un corridore come me, quindi l'importante sarà preparare al meglio un appuntamento così importante».
E confermando l'osservazione di Stagi che sottolineava l'importanza per Alberto di aver trovato sulla sua strada le persone giuste, Bettiol conferma: «È vero, ho potuto maturare con calma, incontrando sulla mia strada persone come Mauro Battaglini e Gabriele Balducci che mi hanno aiutato a crescere. Ed è stata una fortuna passare a soli vent'anni in un team professionistico: sono stati proprio Mauro e Gabriele a farmi capire che era più importante passare e fare esperienza piuttosto che conquistare tante vittorie tra gli Under, come avrei potuto fare se fossi rimasto nella categoria. Invece sono approdato alla Liquigas Cannondale, Roberto Amadio e tutto lo staff sono stati fondamentali, ho preso tanti schiaffoni che mi hanno fatto bene, ma ho potuto capire subito che passare da dilettante a professionista non è solo un cambio di categoria, ma si entra in un altro mondo».