Il risultato della partita è netto e clamoroso. Per le dimensioni e soprattutto per il nome di chi è stato sconfitto: l’Uci. Il trionfo dei team WorldTour, di contro, è totale, completo.
Di cosa parliamo? Ma naturalmente della Riforma del ciclismo professionistico: dopo la rivoluzione del ProTour voluta da Verbruggen nel 2005, la Riforma è stata al centro dei pensieri di tutti i suoi successori alla guida dell’Uci ma nella sostanza non ha mai visto la luce.
E nemmeno stavolta sarà quella buona. Secondo quanto anticipa in esclusiva in portale olandese Wielerflits, infatti, la Riforma attesa per il 2020 è destinata ad essere rinviata fino al 2023. Non ci sarà alcuna riduzione del numero delle formazioni WorldTour (da anni si passa di un possibile passaggio da 18 a 16) anzi ci sono tutte le premesse perché il numero salga a 20.
Nel triennio che va dal 2020 al 2022, infatti, se una o due formazioni Professional riusciranno a chiudere le stagione nei primi 18 posti della classifica mondiale (quindi superando un WorldTeam) potranno chiedere di essere ammesse al WorldTour l'anno successivo senza che gli altri team perdano la loro licenza triennale. Al termine del triennio verranno redatte le classifiche complessive tenendo conto dei 10 migliori corridori di ogni team per ogni anno e questa sarà la base sulla quale - ovviamente sulla carta - entrerà in vigore la Riforma nel 2023.
Ovviamente non ci sono indiscrezioni sulle modalità di redazione delle classifiche e questo - leggi mancanza di un vero e proprio “decreto attuativo” - è sempre stato il tallone d’achille di tutte le idee di Riforma proposte.
L’ultima idea nata in casa Uci, quindi, è quella di rimandare tutto al 2023 senza mettere in discussione la posizione dei Team WorldTour, che quindi potranno continuare a godere della loro posizione dominante. E anche gli organizzatori non escono decisamente bene da questa decisione visto che saranno a loro volta costretti a fare i conti con assegnazione di wildcard sempre più difficili.