Tredici giorni di lavoro intenso e prezioso sulle strade di Spagna, un raduno importante e decisivo per gettare le basi di un’intera stagione. Da poche ore in casa Astana è arrivato il rompete le righe, corridori e staff hanno fatto le valigie e hanno lasciato l’Hotel Villa Gadea in Altea, vicino Calpe.
Maurizio Mazzoleni è appena rientrato nella sua Bergamo, dove insieme alla moglie Alice gestisce il Centro Modus Vivendi: appena il tempo di abbracciare la loro piccola Antea (nella foto sopra con papà) che ha compiuto un anno a settembre ed è già ora di rimettersi al lavoro, riordinare appunti e materiale e… rispondere alla telefonata di tuttobiciweb.
Maurizio, intanto bentornato. Raccontaci della nuova stagione della Astana…
«Abbiamo fatto tredici giorni di lavoro molto intenso, anche perché è l’unica occasione in cui la squadra si ritrova al gran completo. Abbiamo diviso i ragazzi in tre gruppi di lavoro con il “blocco Australia” che parte per primo e poi gli altri due gruppi divisi sempre a seconda del calendario. Di lavoro, vi assicuro, ne abbiamo fatto tanto. Gli “australiani” hanno pedalato per 48, hanno percorso 1.480 chilometri e superato, 21.944 metri di dislivello. Gli altri due gruppi in media hanno svolto 42 ore di allenamento, con 1.363 km percorsi e 19.544 metri di dislivello superati».
Numeri importanti, ma come si vive in ritiro?
«Beh, in realtà i ragazzi non hanno avuto troppo temo per rilassarsi, perché le giornate sono state molto intense. Al mattino colazione e bicicletta, dopo pranzo per tre giorni abbiamo lavorato sull’analisi biomeccanica e la postura, ci sono state le visite di idoneità all’ospedale di Alicante sotto il controllo attento del nostro staff medico, poi blocchi di lavoro sulla pista di Valencia per lo sviluppo del materiale. È stata importante la collaborazione con Ivan Velasco, ex corridore della Euskaltel, che è biomeccanico ed è entrato a far parte della famiglia Astana. Ma non è finita…».
Raccontaci.
«Sempre il pomeriggio i ragazzi hanno svolto lavori di ginnastica posturale e stretching, quindi ci sono stati colloqui con i singoli atleti per analizzare il 2018 e discussione sui programmi della prossima stagione».
Alla sera, relax…
«Assolutamente no: sono stati proposti meeting di approfondimento sull’alimentazione con Marcel Hesseling, e poi aggiornamento professionale, assicurazione, utilizzo del database di comunicazione interna, uso dei social network…».
Quante persone c’erano in ritiro?
«Inizialmente 28 corridori, divenuti poi 27 per la decisione di fermare Kozathayev a causa di problemi cardiaci, e in totale altre 35 persone. Noi allenatori eravamo in tre: oltre a me, che ormai lavoro in Astana dal 2013 e ho seguito Aru, Nibali, Lopez e via elencando, c’erano Aritz Arberas e Andrea Faccaro. Anche noi siamo una bella squadra, direi bella come la Astana…».
Il bilancio di questa sessione di lavoro?
«Siamo molto soddisfatti perché siamo riusciti a gettare ottime basi per la prossima stagione. Ora qualche giorno di relax a casa e poi sarà già tempo di tornare a correre: a metà gennaio ci sono già in palio i primi punti importanti a Tour Down Under. E poi non ci sarà più tempo per fermarsi…».