Dici Argonaut e fai felice il tipico ciclista che adora le bici di nicchia, quelle che escono dal coro e lo fanno sempre con grande personalità. Questo marchio, originario dell’Oregon, è diventato famoso per i suoi prodotti di qualità realizzati anche su misura, dotati spesso e volentieri di colorazioni uniche e ricercate.
Era un bel pezzo che aspettavo una gravel targata Argonaut ed in particolare modo era dal 2015, anno in cui Argonaut ha ricevuto il premio « Best in Show » al North American Handmade Bicycle Show nel North Carolina con una gravel splendida. Il presente si chiama GR2 ed è una gravel bike autentica e raffinata, pronta ad affrontare ogni terreno.
Dopo aver ricevuto così tanti consensi al NAHBS, l’idea di Argonaut di produrre in serie una gravel bike non si è mai affievolita anche se tre anni sono davvero molti, una lunga attesa che si fa perdonare totalmente vista la bellezza della GR2. Questo marchio ha grande dimestichezza con il carbonio ed è così che è arrivato facilmente a realizzare un telaio leggero e robusto per una bici finita che supera di poco i 7 kg.
La geometria del telaio è studiata per affrontare sterrati e tratti ghiaiosi ma punta comunque su un carro posteriore corto e capace di far sentire subito la spinta impressa sui pedali sui fondi più compatti. Come al solito, Argonaut punta su una forcella ENVE END GRD, marchio che fornisce anche manubrio, pipa e reggisella, una eccellenza tutta USA.
Il gruppo è uno Sram Etap in versione monocorona, una scelta che si dimostra assai efficace su una bici come questa, vista anche la cassetta 11-36. Da un punto di vista estetico, il telaio si caratterizza per tubazioni abbastanza snelle, un particolare che risalta maggiormente nei foderi del carro posteriore.
Il passaggio dei cavi, anche se in questo caso il cambio è completamente senza fili, è interno, una scelta obbligata che fa però risaltare il design pulito di questo telaio. Il montaggio si completa con guarnitura Easton EC 90, cerchi Industry 9 Ultralite CX pneumatici WTB Riddler 38c, alcuni dei migliori pezzi per gravel in circolazione.
Ovviamente questa configurazione è votata al misto e soprattutto allo sterrato, ma vi basterebbe montare copertoni da 28mm per assaporare i tratti asfaltati con tutto un altro piglio. Ci risiamo, la definizione di bici totale per una gravel potrebbe essere anche riduttiva e probabilmente fuorviante.
Chi acquista o vorrebbe avere una bici simile è un ciclista poliedrico che non mette in cima ai suoi desideri l’esasperazione delle prestazioni ed è spinto a cavalcare il proprio mezzo alla ricerca della libertà, spesso affrontando strade non necessariamente asfaltate.
Le tre grafiche studiate da Ben Farver esaltano le fibre UD e aprono una breccia nel cuore dei ciclisti più raffinati mentre tutte le taglie sono in grado di offrire le stesse performance in termini di comodità e rigidezza torsionale. Cari Argonauti, ecco servita per voi la gravel dell’anno!