«Se avessi una squadra come il Team SKY, che controlla tutto e tutti, rendendo il ciclismo non solo prevedibile, ma soporifero, sarei io la prima che mi opporrei a questo stato di cose. Io non voglio e non vorrò mai avere un team che uccide l’agonismo, che fa della preparazione e della tecnica un limite. L’immagine che il Tour sta dando del nostro sport è semplicemente imbarazzante».
Alessia Piccolo, amministratore delegato del maglificio Alé, non le manda a dire, e parla con assoluta sincerità a tuttobiciweb.it., perché sente l’esigenza di alzare il tiro e gridare il proprio disappunto e la propria preoccupazione a tutto il movimento.
Alé è al Tour come sponsor tecnico della Groupama Fdj, la formazione di Arnaud Demare e del nostro Jacopo Guarnieri. È la presidente del Team femminile ALÈ, una delle formazioni più apprezzate a livello nazionale e internazionale, e inoltre è una ciclista praticante, innamorata del nostro sport. «Credetemi, io non prenderei mai il meglio del ciclismo mondiale per soffocare di vittorie il movimento femminile – ci spiega -. Alla base di tutto c’è sempre l’agonismo, che deve essere reale, credibile e sano. L’approccio che sta avendo in questi anni il team SKY, sicuramente strutturato e molto professionale, però mi preoccupa. Prendere il meglio del movimento per bloccare la corsa, con ritmi forsennati, al limite delle possibilità umane. Se il pubblico non si diverte, se gli appassionati si allontanano da questo spettacolo è un danno per tutti noi che non solo siamo appassionati, ma facciamo business. Vado in bicicletta, mi piace da pazzi, faccio le mie corsette con le forze che ho, incontro ogni giorno centinaia di appassionate e appassionati ciclisti, ma questo spettacolo è diventato ormai improponibile. Mi attirerò delle antipatie? Spero piuttosto di far uscire allo scoperto i tantissimi che ormai la pensano come me».