Caro presidente Lappartient, mi auguro abbia seguito con attenzione le prime due tappe del Tour de France, disputate in una terra vicina alla sua Bretagna. Certo del suo “sì” alla domanda retorica le chiedo, stavolta seriamente: ha contato le cadute? Ha riavvolto il nastro dei ricordi pensando alle prime tappe dei Tour degli anni precedenti, quelli con 198 corridori al via anziché 176? Ci ripensi e scoprirà che l’assioma meno corridori più sicurezza non è assolutamente automatico, anzi. E stiamo parlando del Tour, la corsa alla quale partecipano campioni e corridori esperti, tanto che solo 29 atleti corrono per la maglia bianca.
Si cade per l’esasperazione della corsa, per il caldo, per la distrazione, per le condizioni delle strade che sono pensate per tutti tranne che per i ciclisti, si cade anche per il pubblico che non sempre sta al suo posto (per info, come si usa dire, chieda a Craddock), non per il numero troppo alto dei corridori. E lei invece pensa di ridurre ulteriormente questo numero, portando da quattro a due il numero delle wildcard a disposizione degli organizzatori. Il risultato - provi a pensarci - sarà che molti team Professional opteranno per la chiusura e gli altri si daranno battaglia, con il rischio di esasperazione massima, per conquistarsi l’invito alle grandi corse a tappe. Intanto al Tour - con 150, 130 o 100 corridori - si continuerà a cadere. Ma questo sembra non essere un problema, almeno per lei.