Tra i favoriti per il Campionato Italiano in linea di sabato prossimo dobbiamo inserire Gianni Moscon, tricolore della cronometro e tra gli azzurri più in forma. Il trentino del Team Sky ci parla dallo Stelvio, su cui è salito martedì scorso in compagnia di Leonardo Basso e del ds Dario David Cioni per ultimare la preparazione in vista del Tour de France.
«So che il percorso è duro ma non durissimo, lo vedrò domani. Quando attacco il numero alla schiena l’obiettivo è sempre fare bene, ma il tracciato mi pare aperto a più soluzioni. Noi di Sky saremo solo in 4, con me ci saranno Puccio, Basso e Rosa. Io sto bene, sono tirato come non mai. Peso 70 kg scarsi, alla Vuelta di un anno ero 71 kg, non sono mai stato così leggero. Per una buona forchetta quale sono, stare lontano dalle torte è dura, ma per essere pronto per la Grande Boucle le rinunce a tavola non mi sono pesate. Sono mentalizzato».
Gianni in Francia sarà al fianco di Chris Froome, che tenta la doppietta dopo la vittoria al Giro d’Italia. «Il bis non è facile, ma Chris ha dimostrato negli anni e, anche all’ultima corsa rosa, che c’è di gambe e di testa. Spesso non viene considerato per il grande campione che è. Se la giocherà, ma sarà tutt’altro che una passeggiata. Il Giro è una grande corsa, il Tour però è a un livello più alto, ci sono tutti i migliori e ci arrivano al top della condizione. Non ho ancora avuto modo di vedere Chris dopo il Giro perché sono stato a Tenerife e poi ho corso il Delfinato, ma ci siamo scambiati dei messaggini. Ci sarà da lavorare tanto. Siamo pronti».
Chiusa la querelle con Sebastian Reichenbach, che lo aveva accusato di averlo fatto cadere volontariamente alla Tre Valli Varesine dello scorso anno, Gianni è doppiamente più leggero. «Io sono sempre stato sereno che la Commissione Disciplinare dell’Uci mi avrebbe assolto perché avevo la coscienza a posto, ma un piccolo tarlo nella testa c’era per le accuse che mi erano state mosse. Sono contento che giustizia sia stata fatta. Mi sono sollevato di un altro peso. Ora posso pensare solo a fare bene sabato, a lavorare per la squadra alla Grande Boucle e, se uscirò bene dalle tre settimane in Francia, a disputare una buona Vuelta. Il mondiale? Bisogna meritarsi la convocazione, se ci riuscirò sarà un onore difendere i colori azzurri a Innsbruck».