La nuova Orca Aero di Orbea la possiamo ammirare in questi giorni al Tour de France con gli atleti della Cofidis e non è ancora detto che non riesca a vincere una tappa, magari all’ultimo tentativo con il maestoso arrivo a Parigi. Un progetto come questo nasce per sfidare il vento, non tanto quello dei test nella galleria del vento, ma quello imprevedibile che in strada non aiuta mai. Di traverso, laterale, spesso contrario ma mai a favore! Il telaio è stato preparato per reggere a bordate di potenza elevatissime, infatti, i corridori del Team Cofidis dicono di essere ampiamente soddisfatti dalla rigidità di questa superlativa macchina da gara.
L’aerodinamica è ricercata e studiata alla perfezione in ogni parte del telaio ed importante è la nuova forcella Freeflow che con la sua maggiore apertura diminuisce drasticamente la pressione del flusso d’aria verso la ruota e apre la strada a tutto il retrotreno. I tubi hanno lati fortemente appiattiti per ridurre al minimo la resistenza dell’aria ed anche l’impatto frontale è attentamente progettato per fendere al meglio l’aria. La posizione dei portaborraccia può influenzare l’aerodinamica ed è così che per ogni elemento esistono tre diversi attacchi, utili addirittura per cambiare la distribuzione dei pesi.
Il reggisella è reversibile e regolabile al millimetro, caratteristica che non può far altro che migliorare la posizione in sella di qualsiasi atleta, inoltre, la sua sezione è ovale e riduce le turbolenze senza mai essere troppo secco nei confronti della schiena dell’atleta. Nelle foto potete notare un manubrio integrato, sistema che assicura grandi performance aerodinamiche e massima resistenza agli sforzi del ciclista durante la volata.
Il sistema ICR (instradamento interno dei cavi) è studiato per ridurre gli attriti dei cavi e per consentire una facile installazione e una manutenzione a bassissima frequenza. Questo vale per ogni tipo di trasmissione, meccanica, elettronica o wireless. Come abbiamo accennato nelle prime battute, la struttura è stata concepita soprattuto per essere molto rigida e propensa a trasferire a terra tutta la potenza. Non c’è lotta sul peso, ma una ottimizzazione delle sezioni e delle forme dei tubi per raggiungere la migliore prestazione possibile rimanendo ovviamente su valori ponderali da super bike.
L’asse che va dal tubo sterzo fino ai foderi bassi è la vera spiana dorsale del progetto, una sequenza strutturale che raggiunge una eccellente resistenza alle torsioni, merito di un grande lavoro sulle sezioni per rendere ogni singola taglia performante al 100% come le altre. Questo è un piccolo biglietto da visita per una bici che ha tutte le armi per stupire.
Giorgio Perugini