Stop alle gare di biker al Monte Stella. Il Municipio 8 diffida la Federciclismo. Il 12 marzo è in programma la replica della competizione di mountain bike che lo scorso anno «lasciò ferite evidenti nel parco», spiega l’assessore al Verde della zona, Enrico Fedrighini. Qualcuno parlò di una «devastazione». Paradossalmente, la notizia dell’evento sportivo è arrivata come un fulmine a ciel sereno proprio all’indomani di un accordo stretto tra Municipio, runner e biker, per «la stesura di regole d’uso del parco» da sottoporre all’attenzione di Palazzo Marino. E per l’allestimento di un percorso d’allenamento, sufficientemente attrattivo per chi deve esercitarsi in salti nel vuoto e discese paraboliche e spericolate, alle spalle della «montagnetta» dove s’affaccia l’istituto omnicomprensivo Martin Luther King. Un’area oggi poco fruibile, perché più scoscesa e marginale.
È noto che il Bmx bicycle motocross — disciplina ciclistica nata negli Usa nel ‘68, dal 2008 disciplina olimpica — ha un numero crescente di fan. Ed è risaputo anche che il Monte Stella da qualche anno attrae sempre più sportivi che qui trovano condizioni perfette per allenarsi. Da qualche tempo qui si organizzano corsi di nordic walking (la camminata con i bastoni) e di recente sono comparsi gli appassionati di fat bike, mezzi che hanno delle ruote di grandi dimensioni. «Il Monte Stella è perfetto per chi deve fare pratica su grandi salite e discese ma i segni di questa pratica sono già evidenti ed è un miracolo se non ci sono stati finora incidenti».
Dalla sommità della montagnetta si possono vedere i solchi che tagliano i prati in perpendicolare, le prove dei fuoripista e delle discese pazze. I biker arrivano anche di notte attrezzati con potenti luci e caschetti. Dal centro ma anche dall’hinterland, con i camper parcheggiati nei dintorni.
Il Monte Stella fu pensato da Piero Bottoni nel 1945, all’indomani della Liberazione. Ci sono voluti vent’anni perché raggiungesse le attuali dimensioni, cento metri d’altezza su 350 mila metri quadrati di estensione. Bottoni, che disegnò il quartiere Qt8, qui aveva pensato inizialmente di realizzare un grande lago, sfruttando una delle tante cave dismesse alla periferia Ovest della città. Invece si decise di portare le macerie della guerra, e la cava in poco tempo aveva inghiottito i resti della Milano bombardata nel ‘43. «Il parco Monte Stella — scrive Fedrighini nella diffida — non è un comune spazio pubblico a disposizione del miglior offerente, non è nemmeno un verde cimiteriale da osservare e non toccare. È un’opera architettonica che custodisce la memoria storica della nostra città, da usare ma anche conservare».
da Corriere della Sera Milano, a firma di Paola D'Amico