Dalla Costa Blanca dove si sta allenando insieme ai suoi compagni di squadra della Deceuninck Quick-Step, il velocista più decorato di tutti i tempi ha parlato di come lui e la squadra condividano la stessa filosofia e l'amore per il ciclismo e di come questo lo motivi in vista della sua 15a stagione da professionista. Mark Cavendish esprime tutta la sua gioia per essere tornato a far parte del Wolfpack.
«Ne ho provati altri, ma questo è l'unico team in cui sarei voluto tornare. Con questo gruppo tra il 2013 e il 2015 ho vissuto alcuni dei momenti più belli della mia carriera. Da allora sono cambiati tanti corridori, ma la “famiglia” è la stessa. I belgi hanno il ciclismo che scorre nelle vene, per me è davvero speciale essere tornato qui. Ho un ottimo rapporto con la dirigenza, lo staff, gli sponsor, la Specialized Venge è la bici che è stata realizzata per me» racconta il 35enne dell'Isola di Man.
Gli chiediamo della modalità con cui è riuscito a stringere un accordo con la formazione di Lefevere, che a proposito di Cannonball durante la presentazione del team ha detto «per il suo carisma e palmares non poteva finire la carriera in un altro posto». Aveva fatto discutere la sua ammissione di essersi portato dietro uno sponsor per pagare il suo ingaggio. «Volete sapere come è andata? Come la maggior parte dei contratti tra corridori e squadre: si parla, si trova un punto di incontro, si firma un contratto. Nel 2015 me ne sono andato ma sono sempre rimasto in contatto con Patrick, che per me è un vero punto di riferimento come leader. Sono orgoglioso di rimettere questa maglia» ha risposto Cav.
L'ultima vittoria del corridore britannico risale all'8 febbraio 2018, una tappa del Dubai Tour. Un'astinenza troppo lunga da digerire per chi in carriera ha vinto il campionato del mondo (in linea nel 2011, più tre titoli su pista), la Milano-Sanremo (nel 2009), quindici tappe al Giro d'Italia, trenta tappe al Tour de France e tre alla Vuelta a España, vincendo almeno una volta la classifica a punti in tutti e tre i grandi Giri. «Il ciclismo è da sempre la mia vita e lo sarà sempre. Dire che vorrei vincere 6 tappe al Tour come un tempo sarebbe vivere su un altro pianeta, sono realistico. Gli anni passano e non voglio restare aggrappato al passato ne pretendo un finale da favola, ma so di stare ancora bene e di essere nel team più forte al mondo. Ho vinto tanti combattimenti, anche se non sarò in grado di vincere, sono certo di poter dare qualcosa a questo gruppo e viceversa. Non importa se mi resta un mese ad alti livelli o avrò altri 10 anni davanti a me, sono felice di essere tornato “a casa”».
foto ©Deceuninck – Quick-Step Cycling Team / Wout Beel