Si è alzato ufficialmente il sipario sulla Eolo Kometa, la squadra che nelle ultime tre stagioni ha corso come Continental e domenica 24 gennaio esordirà nella categoria ProTeam alla Clàssica Comunitat Valenciana. A raccontare il progetto, i valori e gli obiettivi della nuova formazione Professional italiana i capi azienda e campioni che hanno permesso al progetto nato nel 2013 sotto l'egida della Fondazione Contador di realizzare il salto di categoria.
Luca Spada, Fondatore e Presidente di EOLO SpA, azienda di telecomunicazioni che dal 2010 investe per portare la connessione veloce nella provincia italiana, ha spiegato il perchè del suo investimento nel mondo del ciclismo: «Nei momenti di difficoltà gli imprenditori devono tirar fuori il coraggio, essere fonte di ispirazione per chi non vede la luce in fondo al tunnel. Per me personalmente e per Eolo come azienda lo sport è fondamentale. L'attività fisica insieme alla sana alimentazione sono i cardini per mantenersi in salute e avere successo anche nel lavoro. Tra la bicicletta e l'azienda a cui ho dato vita c'è una convergenza di valori evidente. Il ciclismo come la nostra banda larga attraversa i piccoli borghi».
Appassionato di corsa a piedi oltre che di due ruote, Spada conferma le sue mire a medio-lungo termine: «La squadra sarà una parte della nostra azienda che ci aiuterà a migliorare e a farci conoscere. La pandemia ha incrementato la richiesta di connessione, accettiamo con grande entusiasmo questa sfida. L'anno scorso abbiamo ottenuto un grande ritorno dalla sponsorizzazione delle classiche di autunno, diventando primo nome di questo team abbiamo deciso di buttare il cuore oltre l'ostacolo e di farlo per almeno 3 anni. Il nostro è un investimento soprattutto sui giovani, più di metà squadra è italiana e under 25. Ivan Basso e il suo gruppo di lavoro ha messo insieme il giusto mix di talenti e gregari, ottenendo un gruppo armonico e coeso. Non vedo l'ora di vedere in azione i ragazzi con la nuova divisa a Valencia tra una decina di giorni» .
L'avventura del team proseguirà in Andalucia e Vuelta Valenciana, il debutto in Italia è previsto per il 3 marzo a Laigueglia. Alla vigilia a Busto Arsizio verrà inaugurata casa Eolo, uno spazio interamente dedicato al team con palestra, officina, sala riunioni, area massaggi, ricovero mezzi e tutto quello che servirà per performare al meglio in un programma che conterà 150 giorni di gara, di cui un buon 80% in Italia.
A tifare per i “suoi” ragazzi ci sarà in prima fila Giacomo Pedranzini, CEO di Kometa, azienda agroalimentare ungherese che affonda le radici in Valtellina. «Iniziamo il quarto anno al fianco della Fundacion Contador che abbiamo sposato per formare uomini prima che corridori. Come Eolo confermiamo il nostro impegno per altri tre anni, grazie a Eolo oggi iniziamo un nuovo capitolo con energia rinnovata. La mia famiglia è originaria di Bormio, dove il ciclismo ha scritto pagine di eroismo, come quelle che Alberto Contador ci ha regalato sul Mortirolo nel 2015. Come produttori di cibo abbiamo una grande responsabilità, nutriamo quella che Leonardo Da Vinci ha definito una macchina perfetta, il corpo umano. Vogliamo alimentare il mondo al meglio per questo l'obiettivo della nostra filiera è l'honest food, cibo salutare e accessibile a tutti» ha spiegato Pedranzini.
Ivan Basso, Sport Manager ProTeam EOLO-KOMETA Cycling Team, e presentatore d'eccezione dell'evento virtuale tra Italia e Spagna, ha commentato con emozione: «Sono certo che insieme andremo lontano. La nostra missione quotidiana sarà portare avanti i valori di Eolo, Kometa e di tutti i nostri preziosi partner in giro per il mondo. La selezione degli atleti da agosto a fine settembre è stata il frutto di un'attenta valutazione. Abbiamo scelto ragazzi che hanno dimostrato di sceglierci a loro volta. L'attaccamento al progetto è fondamentale. Nel ciclismo c'è tanto talento sprecato, io mi sento responsabile del valore di ognuno dei nostri uomini e di come andranno le cose»
Collegati dalla Spagna, sforzandosi entrambi di parlare in italiano sono intervenuti i fratelli Contador. «Per me questo è un giorno speciale, dopo tanti anni di lavoro siamo arrivati a questo punto, nonostante le difficoltà che sta affrontando il mondo. Abbiamo raggiunto il traguardo di allestire una squadra di livello restando fedeli alla nostra filosofia di far crescere i giovani. Sono davvero felice di aver trovato aziende che credono nei nostri stessi principi e ci permettono di alzare l'asticella delle nostre ambizioni» ha dichiarato Alberto Contador, Presidente della fondazione che porta il suo nome.
«Io oggi sto vivendo un sogno» ha rivelato Fran Contador, General Manager EOLO-KOMETA Cycling Team. «Da quando nel 2013 abbiamo lanciato la squadra giovanile, sono passati 8 anni di grande impegno, passione, onestà, sacrificio, lavoro di squadra. Arriviamo alla categoria Professional con l'esperienza maturata gradualmente. Grazie a Giacomo per averci sostenuto e a Luca che ci permette di affrontare questo salto che arriva al momento giusto».
I 20 corridori sono stati presentati da Ivan Basso, in rigoroso ordine alfabetico, perchè citando il varesino maglia rosa 2006 e 2010 il “nome forte” è Eolo Kometa:
Vincenzo Albanese (Italia, 24 anni). È da 4 anni nella categoria Professional, veloce, si difende bene sui terreni misti. Tra l'altro è uno dei più in forma, ci aspettiamo molto da lui già a inizio stagione.
John Archibal (Gran Bretagna, 30 anni). Ci è stato segnalato da Sean Yates, arriva dalla pista ed è molto metodico. Nei giorni scorsi, visto che dalle sue parti era brutto tempo, ha pedalato sui rulli per 4 ore e mezza. Portato per le crono, sarà un ottimo vagone per il treno azzuro e verde.
Davide Bais (Italia, 22 anni). Neoprofessionista, arriva dal Team Friuli, eccellente scuola di giovani. Ha numeri impressionanti e idee chiare, nonostante la giovane età ha già “mestiere”.
Manuel Belletti (Italia, 35 anni). Atleta esperto, ha una forte influenza sui giovani. L'esempio trascina, ma non lo abbiamo preso solo per questo. Ci aspettiamo da lui anche vittorie. Essendo i prossimi gli ultimi anni della sua carriera, vorrà sfruttarli al meglio.
Mark Christian (Gran Bretagna, 30 anni). Anche lui segnalatoci dal responsabile dell'area sportiva Yates, è forte a cronometro e sarà un uomo squadra importante. Nel primo ritiro che abbiamo svolto ha dimostrato di avere una buona condizione, sarà presente nelle prime corse.
Marton Dina (Ungheria, 24 anni). È un bel corridore che ha però il difetto di non credere nelle sue potenzialità. Soffre la pressione, l'obiettivo è fargli trovare l'equilibrio che gli permetta di ottenere i risultati che ha nelle gambe.
Alessandro Fancellu (Italia, 20 anni, nella foto). Scalatore comasco, tra i talenti più brillanti che abbiamo in Italia, è quello che meglio ci rappresenterà nelle grandi corse a tappe. Non è solo nato per correre in bici, ma per vincere. Sarà una bella sorpresa per tutto il movimento ciclistico italiano, questo ragazzo nei prossimi anni potrà essere il “nuovo Nibali” che cerchiamo da tempo.
Erik Fetter (Ungheria, 20 anni). Atleta molto talentuoso, al contrario del connazionale Dina più è caricato di aspettative più rende. Non ha timori reverenziali nei confronti dei corridori più affermati.
Lorenzo Fortunato (Italia, 24 anni). Nelle categorie giovanili ha dimostrato spiccate capacità nelle corse a tappe. È stato uno degli ultimi inserimenti, da lui come da tanti altri dei ragazzi su cui abbiamo scommesso ci aspettiamo il salto di qualità definitivo.
Mattia Frapporti (Italia, 26 anni). Nella categoria Professional non è stato ancora capace di vincere, ma ha entusiasmo e motivazione per cambiare marcia. Come tutti i suoi compagni avrà la possibilità di tirare fuori il potenziale inespresso nelle scorse stagioni.
Francesco Gavazzi (Italia, 36 anni). Valtellinese di lunga esperienza, come per Belletti abbiamo a che fare con un atleta solido da cui mi aspetto non solo svolga il ruolo di “chioccia” per i giovani ma anche che vinca. Pronti, via, me lo aspetto subito pimpante.
Arturo Gravalos (Spagna, 22 anni). Arriva dalla Fondazione Contador quindi già corre con senso di appartenenza e spirito di collaborazione. Sarà un uomo squadra prezioso.
Sergio Garcia (Spagna, 21 anni). È un vero e proprio predestinato, nelle corse a tappe ha dimostrato di essere molto bravo quindi ci aspettiamo grandi cose da lui.
Luca Pacioni (Italia, 27 anni). Velocista non puro, che può dire la sua anche in gruppetti distretti, mi ha convinto per la sua regolarità. Ha ottenuto risultati nel corso di tutto il 2020, stagione tutt'altro che facile. Presenza costante negli ordini d'arrivo, dovrà scalare posizioni.
Edward Ravasi (Italia, 26 anni). È un ragazzo in cui credo moltissimo. Tra gli Under 23 è salito due volte sul podio del Tour de l'Avenir, ora deve ritrovare l'abitudine alla vittoria. Dopo una fase negativa deve riabituarsi a lottare con i migliori al mondo. In salita è uno che “picchia duro”, è tra i migliori scalatori in Italia, dovremo lavorare sulla testa per farlo arrivare dove merita.
Samuele Rivi (Italia, 22 anni). È un neoprofessionista che ha già dimostrato nel primo ritiro di essersi inserito al meglio. Come gli altri al primo anno nella massima categoria ha dichiarato di voler essere di supporto al team, ma voglio tiri fuori le sue ambizioni personali.
Alejandro Ropero (Spagna, 20 anni). Altro ragazzo molto talentuoso in cui crediamo parecchio. Un anno fa ha vinto una tappa al Giro Under 23.
Diego Pablo Sevilla (Spagna, 24 anni). Sempre presente nelle fughe, ha la capacità innata di tenere unito il gruppo, è già il punto di riferimento per tutti.
Daniel Viegas (Portogallo, 23 anni). Con noi da 3 anni, ha talento ma non crede ancora nei suoi mezzi come dovrebbe. Molto generoso con i compagni, vogliamo che ottenga di più in prima persona.
Luca Wackermann (Italia, 28 anni). In questa categoria ha già vinto e dovrà continuare a farlo. Vogliamo dimostrare di essere competitivi fin da subito, da lui come dagli altri corridori con esperienza mi aspetto risultati importanti.
L'obiettivo di vittorie da raggiungere è a doppia cifra, il sogno da esaudire ha tinte rosa e, guardando più in là, si chiama World Tour. «Speriamo di essere invitati al Giro d'Italia. Visto il grande sforzo affrontato da tutte le squadre per resistere a una stagione davvero complessa, sarebbe bello che RCS Sport allargasse la partecipazione da 22 a 24 team per dare spazio alle formazioni italiane – è l'appello di Spada. - Non vogliamo essere una cometa, ma la Eolo Kometa. Che il World Tour sia nelle nostre mire è innegabile ma vogliamo arrivarci in modo organizzato per poi restarci tanto tempo».