Valige pronte, bici pronte, abbigliamento pronto, tutto rigorosamente vintage. Tra gli ottomila innamorati del ciclismo domenica al via de L’Eroica a Gaiole in Chianti, ci sarà anche un gruppetto di 20 partecipanti resi inconfondibili da una maglia camoscio e blu sospinta dal vento lieve della leggenda. E’ la maglia Molteni, che l’omonima Fondazione venuta alla luce lo scorso marzo ha scelto come simbolo del proprio impegno di solidarietà all’interno del mondo delle due ruote.
Se L’Eroica è la trasposizione del ciclismo dei pionieri nei nostri giorni, la Fondazione Molteni si colloca perfettamente all’interno di un evento che una volta all’anno riesce a fermare il tempo: ma nessuno intende vivere di ricordi, anzi. Il messaggio che il drappello dei coraggiosi porta sulle strade pietrose che rigano le colline del Chianti è proprio questo: fermarsi mai, arrendersi mai.
Oggi quelle maglie inseguono vittorie diverse, che hanno sempre a che fare con il ciclismo, ma che sono destinate ai meno fortunati. “Abbiamo presentato la Fondazione a Milano lo scorso marzo alla vigilia della Sanremo – racconta Mario Molteni, figlio del patron Ambrogio che fondò quello squadrone e lo portò in cima al mondo – c’erano Merckx e Gimondi, mai avremmo pensato che sarebbe stata l’ultima volta in cui li avremmo visti insieme. Un segno del destino: il passato ci scivola via dalle mani, mentre il presente ci chiama a portare aiuto dove si può”.
Anche Mario Molteni domenica pedalerà con il proprio nome stampato sul petto. “E’ un brivido che non si può descrivere. Lo scorso ottobre alla Sei Giorni di Londra abbiamo visto i nostri colori sfrecciare nuovamente in pista, dopo quarant’anni. Adesso, in Toscana, sarà ancora più emozionante, perché ritroveremo le atmosfere di quegli anni, vivremo momenti e immagini che ci resteranno nella testa come un sogno”.
Ma prima dei sogni, c’è la realtà. “La Fondazione è partita, dopo qualche lentezza burocratica, ora è pienamente operativa e si accinge a tagliare il suo primo traguardo – spiega Mario Molteni -. E’ quello che racconteremo a L’Eroica, nella serata di gala di venerdì, poi nella presentazione di sabato e infine nella corsa di domenica: ci siamo anche noi, vogliamo esserci. Abbiamo costituito il direttivo e il comitato di garanzia, tra qualche settimana annunceremo i primi due ex ciclisti a cui porteremo aiuto concreto e, speriamo, una vita un po’ migliore. Il nostro focus è chiaro: riscrivere il destino dei meno fortunati. A Gaiole ci sarà al nostro fianco anche il CT Cassani: sia lui come tecnico che noi come tifosi abbiamo ancora strozzato in gola l’urlo di un mondiale mancato di un soffio. Ma questo è lo sport, tutto si supera. Nella vita invece non sempre è così: ecco perché siamo qui”.