Sul gradino più alto del podio della Vuelta a San Juan Remco Evenepoel tira fuori il cellulare e legge un breve ringraziamento in spagnolo al pubblico argentino, che va in delirio per el chico maravilla, il ragazzo prodigio, come è stato soprannominato in questi giorni dai media locali. Nomignolo che, per sua stessa ammissione, preferisce nettamente ai paragoni con Merckx o altri campioni come Messi, di cui durante le premiazioni ha ricevuto la maglia numero 10 della Nazionale Argentina.
«Sarà davvero difficile portare il trofeo in aereo, è enorme. Sono orgoglioso di aver vinto questa corsa e di essere il più giovane ad averla mai conquistata. Un anno fa ho iniziato proprio qui la mia carriera tra i professionisti, i tifosi sono pazzeschi, è uno dei posti più “folli” in cui correre» commenta il 20enne belga che si è aggiudicato anche la classifica riservata agli Under 23 e nella generale ha avuto la meglio di 33” sull'azzurro Filippo Ganna, vantaggio accumulato tutto nella frazione a cronometro di Punta Negra, risultata decisiva.
Il ragazzino è sveglio e sa come scaldare il cuore dei tifosi, non solo con le sue gesta sportive. A quanto ci risulta, in vista del Giro d'Italia, sta cercando di imparare qualche parola anche in italiano. Al massaggiatore friulano Yankee Germano chiede di non parlargli in inglese così che il suo orecchio inizi ad abituarsi alla nostra lingua. Dopo essersi laureato il più giovane vincitore della Vuelta a San Juan pensa a diventare il più giovane di sempre a indossare la maglia rosa?
«Non so se ne sarò in grado, fare meglio di Fausto Coppi (al via della corsa rosa avrà 4 mesi in meno del Campionissimo, ndr) sarebbe qualcosa di eccezionale, ma al momento non è il mio primo pensiero. Prima di correre in Italia ho altri grandi appuntamenti che mi aspettano e voglio viverli una gara alla volta. Certamente andrò a tutta nei 10 km a cronometro nel cuore di Budapest che apriranno il Giro, farò del mio meglio per arrivarci al top della condizione». Ti aspettiamo ragazzo prodigio.