La stagione si è conclusa e questo è il momento migliore per preparare la specialissima per il 2017: in fondo le prime granfondo dell’anno non sono lontane. E così questo momento si rivela fondamentale per la scelta del nuovo telaio o per montare un nuovo componente o ancor più semplicemente per compiere quelle modifiche di assetto che non abbiamo fatto durante la stagione agonistica. La stessa cosa capita ai professionisti che si preparano per l’anno nuovo magari con una bici totalmente nuova a causa di un cambio di squadra o di sponsorizzazione. Quali sono i trucchi e le soluzioni che i professionisti mettono in atto durante una simile transizione? È il momento di scoprirlo grazie ad Andrea Morelli, responsabile del laboratorio di analisi del movimento di MapeiSport.
Andrea, quale è il momento adatto per “sistemare le cose”?
«Il momento migliore per effettuare delle modifiche deve coincidere con il periodo di scarico oppure di transizione, quando cioè è possibile diminuire il carico di lavoro oppure ancora in un periodo di fermo totale. Questo permette di eseguire le modifiche necessarie in sicurezza e di poter procedere in modo progressivo, senza dover forzare il rientro, come accade nel pieno della stagione agonistica. Bisogna fare attenzione perché è possibile che si scatenino problematiche a livello delle ginocchia, fastidi muscolari o altre patologie causate da una posizione scorretta o dai cambiamenti causati da nuovi componenti. In definitiva, il periodo invernale è la scelta più azzeccata e ogni adattamento può essere assimilato meglio. Se invece non abbiamo altra scelta e dobbiamo cambiare le cose mentre si corre, allora possiamo effettuare le modifiche in modo progressivo, magari pochi millimetri a settimana. Anche se questa è una soluzione che non prediligo in quanto ogni piccola modifica necessita sempre di un adattamento».
Andiamo con ordine, partiamo da un accessorio che a causa dell’usura deve essere cambiato almeno ogni due anni se non di più, la sella! Quali sono i principali problemi che si devono tener presente con un cambio di sella? Come possiamo capire se la sella scelta è adatta alle nostre caratteristiche?
«La sella è uno dei punti “chiave” della posizione. Possiamo considerare il sistema ciclista-bicicletta costituito da tre punti di appoggio fondamentali: sella, manubrio e pedali. Il fatto di avere il bacino in appoggio non sostenuto dagli arti inferiori come nel cammino o nella corsa comporta che ci si trovi a dover combattere con l’anatomia umana. Qui le cose si fanno un po più complesse poiché occorre differenziare l’appoggio dell’uomo da quello della donna. La dimensione del bacino, la forma e la distanza delle tuberosità ischiatiche oltre che la differenza nelle strutture anatomiche che poggiamo sulla sella, impongono di utilizzare l’uno o l’altro tipo di sella in commercio. Oggigiorno si trovano in commercio diversi metodi, più o meno corretti, per la scelta della sella “personalizzata”. Partendo dal sesso e con semplici misure antropometriche come peso, altezza, larghezza del bacino e mobilità articolare, è possibile trovare il modello che dovrebbe essere più funzionale per noi. Dico dovrebbe perché spesso questi sistemi mostrano, se analizzati con sistemi precisi in laboratorio ha parecchie lacune. Ce ne sono per tutti i gusti: selle in carbonio, imbottiture di ogni genere, selle con tunnel centrale completamente in scarico, selle senza scarico ma ad imbottitura differenziata… Non sottovalutate il fondello del pantaloncino, questo particolare supporto fa la sua parte (ma questo è un altro argomento e magari ne riparleremo più avanti, ndr). Sono anche disponibili sistemi per l’analisi delle pressioni sulla sella e spesso vengono utilizzati dai ciclisti professionisti per la scelta della sella ottimale. Il problema è che comunque ci si potrebbe trovare a confrontarsi con il modello messo a disposizione dallo sponsor tecnico ed il corridore in un certo senso si deve adattare. La misura delle pressioni sulla sella è una valutazione disponibile anche per l’amatore ma spesso gli strumenti a disposizione per questo tipo di valutazione non sono ancora così precisi ed utili a fornire delle risposte certe. Probabilmente in futuro si avrà la possibilità di fare delle selle su misura, non male come idea. Tornando al posizionamento della sella è importante utilizzare sistemi che permettono la valutazione dinamica, precisa e ripetibile degli angoli di pedalata. Da anni abbiamo abbandonato i sistemi basati sulle misure antropometriche perché presentavano troppi limiti ed un errore troppo alto per le soddisfare i requisiti minimi che consideriamo sufficienti a fornire informazioni precise. Per questo motivo, soprattutto per i professionisti, quando si passa da un modello di sella ad un altro, il sistema più preciso è quello di effettuare una valutazione cinematica in 3D».
Entriamo nel dettaglio.
«Il nostro laboratorio è costituito da un sistema di video analisi tra i più avanzati al mondo, costituito da 8 telecamere ad infrarosso che non può essere paragonato nemmeno lontanamente ai sistemi utilizzati comunemente basati sull’analisi video. Questi ultimi infatti utilizzano una o più videocamere come la GoPro, oppure registrazioni fatte con telefonini dell’ultima generazione che, anche se in HD o ad alta velocità, non permettono di effettuare misure con l’elevata precisione di un sistema professionale come quello utilizzato nel nostro laboratorio. Lo SmartDx, questa è la sigla di identificazione del sistema che utilizziamo, è prodotto da BTS Bioengineering, azienda Italiana leader nella progettazione e costruzione di questi sistemi di analisi e certifica una precisione inferiore ai 0,1mm su di volume calibrato di 4x3x3m ed una velocità di 340 fotogrammi al secondo implementabile fino a raggiungere anche i 1000 fotogrammi al secondo. Livelli di precisione e velocità inarrivabili per strumentazioni amatoriali. Questo, abbinato ad un protocollo che abbiamo sviluppato mettendo in relazione le principali patologie da sovraccarico con la posizione in sella ci permette di avere la sicurezza che i dati rilevati siano confrontabili sessione per sessione, giorno dopo giorno e anche a distanza di anni.
Quando compariamo due selle è fondamentale capire come si modifica il punto di appoggio sulla sella, ossia dove vado a sedermi: se ho un arretramento di 8cm per esempio ed una sella che misura 30cmm e vado a montare una sella da 28cm, non devo limitarmi a correggere di 2cm l’arretramento. La forma dello scafo è fondamentale in questa regolazione, soprattutto la sua larghezza. Sento spesso parlare di “centro anatomico della sella” quando si parla di confronti sulle selle».
Di cosa si tratta?
«Questo parametro indica una misura fissa dal fondo della sella. Come faccio ad utilizzare una distanza fissa se poi la forma dello scafo cambia? Per questo motivo in MapeiSport utilizziamo un sistema di confronto che identifica in modo preciso quanto è lo scostamento tra le selle, calcolando la quota effettiva da correggere in base alla larghezza dello scafo stesso. Fatto ciò, comunque, è importante notare che questo non è il solo parametro che determina la posizione finale perché “come” il soggetto si siede sulla sella ne influenza il posizionamento e quindi anche la regolazione finale. Spero di non aver fatto confusione. Per concludere, quindi possiamo utilizzare anche un sistema più pratico e veloce per calcolare quanto correggere l’arretramento quando si cambia una sella andando però a discapito della precisione. Infine, valutando sia le caratteristiche della sella ma soprattutto “come si siede” l’atleta mentre pedala abbiamo la prova definitiva che permette di essere sicuri della correzione. La certezza è una, affidarsi ad un esperto migliora la qualità della vita in sella».
Giorgio Perugini