Sergio Meglioli, nato a Reggio Emilia il 24 luglio 1939, è un appassionato delle due ruote distinto da un tratto gentile, signorile che continua a seguire con passione riservata e attenta il mondo delle due ruote come ha sempre fatto nel corso di lunghi anni, come connota la sua carta d’identità, e continua, anche se con diversa modalità.
Non è mai stato un agonista con il dorsale sulla schiena ma si è cimentato con assiduità nel cicloturismo pedalando, sempre in distensione, senza affanni né costrizioni di rapporti o di cronometri, allargando lo sguardo sui territori attraversati cercando di coglierne l’essenza, come è proprio caratteristica specifica del cicloturismo diciamo classico, tradizionale.
Ha sempre coltivato comunque, come ora, una costante passione per il mondo dei corridori e altre figure del professionismo anche a livello internazionale seguendo le vicende dai giornali e alla televisione vivendo da vicino, sempre però con discrezione e riservatezza assolute, quando il lavoro glielo consentiva, corse note, sia in Italia, sia anche all’estero.
Ha conosciuto diversi protagonisti del ciclismo della città del tricolore come il notissimo Licinio Marastoni (1922-2015), telaista artigiano di primissimo valore con le sue biciclette caratterizzate da un unico colore, un verde brillante, definito “verde Marastoni”, assai ricercato pure per le innovazioni. Fu fra i primi a sperimentare l’utilizzazione delle congiunzioni realizzate con il procedimento innovativo della microfusione messo a punto con il contributo di un altro reggiano, l’imprenditore Renzo Landi, specialista in questa tecnica che utilizzava per produzione d’impianti a gas.
Sergio Meglioli, dopo il diploma di perito industriale, trova impiego in un’azienda con sede a Milano, un po’ la sua seconda città dopo la natia Reggio Emilia, con la quale però conserva un costante e sempre frequente rapporto con personaggi del ciclismo reggiano quali, per ricordarne alcuni, il forte reggiano purosangue Piero Partesotti, classe 1941, eccellente gregario in squadre di primo piano, Giannetto Cimurri, notissimo massaggiatore azzurro e molto altro, il giornalista Guglielmo Fanticini, riferimento dello sport reggiano e persona di grande umanità e passione sportiva, scomparso al Giro d’Italia 1982, al quartiertappa della frazione che si concludeva alla Reggia di Caserta e la famiglia dello “zio” Bruno Reverberi & C. con la Navigare e la Panaria. E vari altri sarebbero da ricordare nell’ambito delle due ruote reggiane. Armando Cougnet, uno dei papà del Giro, era nato a Reggio Emilia così come il dottor Giuseppe “Pepp” Frattini, medico di corsa delle corse rosa e di tante altre manifestazioni sportive.
L’attività professionale svolta nel capoluogo lombardo ha permesso a Sergio Meglioli la conoscenza diretta di luoghi ed esponenti del ciclismo e dintorni propri di Milano e del suo circondario che con frequenza lì richiamava molti, se non tutti, i protagonisti del ciclismo europeo, quando l’Europa era, quasi in esclusiva, la protagonista del ciclismo prima dell’attuale mondializzazione, impetuosa, ad ampio raggio.
Era pertanto un habitué fedele, quando gli impegni di lavoro non lo chiamavano all’estero, delle “punzonature” delle classiche e delle altre corse rosa nella città della Madonnina ma frequentando pure, i luoghi dove e squadre e corridori passavano la vigilia che, ai tempi, si trovavano nel circondario immediato della Stazione Centrale e con il baricentro, per l’aspetto nutrizionale (ben diverso da quello di oggi), soprattutto delle squadre italiane, nel noto ristorante toscano “Il Tirreno”, nella vasta piazza Duca d’Aosta, gestito dalla famiglia di Sauro Stefanini dove il ciclismo, con il suo variegato ambiente, era – letteralmente – di casa e sempre ben accolto anche se, per gli orari e le specifiche esigenze alimentari, costringeva tutto il personale a dei turni lunghi con vari “fuoriorario”.
Altra tappa fissa, in tema di ristoranti nei momenti ciclistici, era la trattoria, sempre toscana, “da Silvano”, in via Londonio, zona corso Sempione, non distante dal Velodromo Vigorelli dove a mezzogiorno erano commensali fissi il famoso costruttore, toscano d’origine, Faliero Masi con Armando Castelli, milanesissimo, con il suo laboratorio di maglieria “Vittore Gianni” situato nella vicina via Procaccini e l’organizzatore di circuiti Nino Recalcati, tranquillo amico di tutti.
Rientra nel novero delle amicizie di Sergio Meglioli anche Vittorino Mulazzani, poliedrico motociclista in varie funzioni, sia in partenza, sia in corsa, il régulateur per definizione.
Queste “frequentazioni milanesi” di Meglioli comprendevano anche nomi di rilievo del ciclismo quali Fred De Bruyne, corridore di vaglia, poi telecronista e anche team manager, così come il grande Peter Post, straordinario passista e seigiornista, poi manager di formazioni di primo rilievo mondiale.
Ovviamente un occhio di riguardo e di stima per corridori e squadre del fiorente periodo anni 1970/1980 del ciclismo parmense-reggiano dell’epoca con Salvarani e Scic in primo piano. E li ricorda tutti con affetto con uno speciale ricordo per il “fante del Grappa”, il parmense Emilio Casalini.
Ora l’età consiglia a Sergio Meglioli di seguire il ciclismo in tv e così incrementa il suo bagaglio di ricordi rinfrescandoli sovente con la visione di cimeli ciclistici di vario tipo che conserva con cura e affetto.