Ha ripreso da dove aveva lasciato. Domenica scorsa ad Albstadt nella seconda tappa di Coppa del Mondo Tom Pidcock è tornato a vincere in mtb. Il campione olimpico di cross country non gareggiava nel XCO da Tokyo2020, ma a metà gara ha dimostrato di avere una marcia in più rispetto a tutti i rivali e domani è l'indubbio favorito per il terzo appuntamento con la UCI MTB World Cup a Nove Mesto Na Morave, in Repubblica Ceca.
Il Superman del fuoristrada mondiale a fine gennaio ha conquistato la maglia iridata di ciclocross a Fayetteville in sella alla Pinarello Crossista F creata a sua immagine e somiglianza dall'azienda trevigiana, che in vista di Parigi2024 è al lavoro per dare vita a una mtb all'altezza dei sogni del supereroe che punta a diventare il numero 1 nelle tre discipline in cui compete, vale a dire strada, ciclocross e cross-country. Fausto Pinarello ci svela come stanno procedendo i “lavori in corso” per la creazione dell'ultimo gioiello di Cicli Pinarello, di cui è presidente.
Dopo aver partorito tanti modelli da strada, crono e pista quanto è stimolante buttarsi nel mondo fuoristrada?
«Tantissimo, anche perchè la mtb è il mio primo amore. Mio papà è noto per essere stato la maglia nera del Giro, mio fratello ha gareggiato su strada fin da giovane, io invece ho cominciato a pedalare solo nel 1992, quando smisi di fumare e per mantenermi in forma usavo proprio le bici che producevamo con Dario Pegoretti, solo dopo sono arrivato alla bici da strada. Non è la prima volta che ci affacciamo al fuoristrada ad alti livelli, per tanti anni abbiamo affiancato l'attuale CT del CX Daniele Pontoni e Gianantonio Tramet usò una nostra bici con tubi Max della Columbus al mondiale di Colorado 1990, ma nel 1996 decidemmo di concentrarci sulla strada, settore per cui siamo conosciuti nel mondo. Nelle ultime stagioni ha visto la luce Grevil, la nostra gravel “indiavolata”, molto corsaiola, com'è nel nostro DNA. Abbiamo ripreso in mano i progetti mtb 5 anni fa con la Dogma XC Full, ma la vera spinta ci è stata fornita da Tom quando è arrivato alla Ineos Grenadiers».
E vi ha chiesto una mtb...
«Sì, prima delle Olimpiadi di Tokyo2020 ma non si può inventare una bici dall'oggi al domani. Di sicuro per Parigi 2024 avrà una Pinarello. Non so se sarà già pronta per la stagione 2023 o se arriveremo a consegnargliela la settimana prima della gara, ma l'obiettivo è quello. Tom è giovane ma come tutti i grandi ha le idee chiare su ciò che vuole e non gli manca il sale in zucca per raggiungerlo. Negli ultimi due anni, da quando ci ho a che fare da vicino, ha raggiunto tutti gli obiettivi che si era posto. Impressionante. Finora non avevamo un vero e proprio tester su cui investire, ma con lui e la squadra la rotta è segnata».
Si vocifera di un progetto fuoristrada di Ineos Grenadiers, c'è qualcosa di fondato?
«Ho sentito anche io questa voce e mi è giunta all'orecchio anche l'idea che vogliano aprirsi al mondo femminile. A noi piacerebbe, siamo pronti. La nostra storia con la formazione inglese ha radici profonde. Abbiamo iniziato sostenendo i giovani pistard inglesi, le Nazionali allievi e junior dal 2007 al 2009, e da ormai 12 anni siamo con il Team Sky/Ineos. Investiamo in un top team per passione, fini pubblicitari, ma soprattutto per crescere come azienda a livello tecnologico. Un tempo ci chiamavano i sarti delle due ruote perchè facevamo le bici su misura. Oggi con il carbonio non si può più ma ci andiamo il più vicino possibile. Abbiamo 13 misure per la Dogma F. “A ognuno la propria bici” è la nostra mentalità».
Quanto è importante nello sviluppo di una nuova bici avere i riscontri di un campione?
«Da 1 a 100 100 per non dire 1.000. Sapere cosa ne pensa di un prototipo chi poi lo userà portandolo al massimo delle sue potenzialità è la chiave di volta. Lo è stato con Wiggins per i modelli da cronometro così come per la Pinarello Crossista F (sarà in commercio alla fine di quest'anno, ndr) che abbiamo creato sulle fattezze di Tom. Per disegnare il tubo orizzontale abbiamo scannerizzato la sua spalla, l'abbiamo modellato sul suo corpo perchè fosse comodo correre con la bici in spalla. Con i suoi suggerimenti l'abbiamo perfezionata, l'abbiamo alleggerita e resa più cool. Praticamente da quando lui l'ha vista per la prima volta l'abbiamo realizzata in soli 3 mesi. Quando si hanno le idee chiare e uno staff allenato all'idea di produrre bici in velocità la sfida diventa avvincente e il risultato davvero gratificante. Ho sempre pensato che una bici Pinarello debba essere riconoscibile anche senza scritte, ma non vedo l'ora di ammirare Tom anche nel cross country in sella a una Pinarello».
Lei ha avuto a che fare con grandissimi campioni, chi le ricorda Tom?
«Tom è più forte di Pontoni su strada ma sa guidare altrettanto bene la bici, ve lo garantisco. È meticoloso quanto Indurain, a Miguel non piaceva sporcarsi, mai avrebbe potuto correre nel fango, ma hanno la stessa mentalità. Ha le idee chiare come Ganna, se vuole quello è quello, ed è sensibile al mezzo quasi come Chioccioli, che si accorgeva del millimetro di differenza. Quando riesci ad esaudire i desideri dei campioni più esigenti allora sei certo di aver realizzato la bici migliore per tutti i clienti».
Carapaz in lotta per il Giro d'Italia, Ganna a caccia della prima maglia gialla e del record dell'ora, Pidcock che punta al mondiale XCO. Se dovesse esprimere un desiderio per questa stagione...?
«Ho iniziato a lavorare nel 1979 e ci ho messo 42 anni a vincere la Parigi-Roubaix. Quest'anno con Dylan van Baarle all'Inferno del Nord ha trionfato la nostra Dogma F, una bici da strada che nel giorno di Pasqua ci ha regalato l'unica grande soddisfazione che ci mancava dopo grandi giri, classiche, titoli di ogni genere. Delle bici e maglie esposte nel museo di famiglia siamo fieri, in bacheca abbiamo 15 Tour de France, 8 Giri d’Italia, 7 Vuelta a España, 3 Olimpiadi su strada e 2 a cronometro, oltre ai titoli su pista, che comprendono l'oro vinto in Giappone dal quartetto azzurro composto da Ganna, Lamon, Milan e Consonni, 1 titolo mondiale su strada e 4 a cronometro. Ora o ricominciamo a rivincere tutto da capo oppure allarghiamo il nostro range di prodotti e ci apriamo a nuove strade, come stiamo facendo con Tom nel mondo della mtb».