Sono arrivati ieri alle porte di Roma i 5 ragazzi della scuola dello sport di Sergeyj Bubka e grazie agli organizzatori del GP della Liberazione hanno trovato una casa accogliente. Si tratta di 5 giovani ciclisti tra i 15 e i 17 anni, che facevano parte della sezione di ciclismo, del college voluto dall’ex campione olimpico e mondiale con sede a Donetsk, una delle città più colpite durante questa guerra.
I ragazzi sono tutti allenati da Kiryll Pospeyeyev, l’ex ciclista che in Italia è arrivato nel 1999 sotto l’ala protettiva di Umberto Di Giuseppe, per tutti “Umbertone”. Ancora una volta lo sport si è reso protagonista di una straordinaria staffetta della solidarietà, alla quale hanno preso parte molti personaggi legati al ciclismo.
Kiryll Pospeyeyev, dopo aver saputo che la nazionale di ciclismo ucraina era stata portata in salvo in Abruzzo, aveva lanciato un appello proprio all’Italia, affinchè anche i suoi ragazzi potessero arrivare nel nostro Paese. «Quando sono arrivato in Italia nel 1999, Umbertone mi accolse come un figlio. Ricordo che in aeroporto l’unica cosa che sapevo dire in Italiano era grazie».
Kiryll in Italia ha trovato una seconda patria, è diventato professionista e per 10 anni ha vissuto in Abruzzo, in quella regione dove oggi hanno trovato protezione i ciclisti della sua Ucraina. «In Italia ho pensato che i miei ragazzi avrebbero potuto trovare quello stesso affetto che avevo trovato io e che ancora oggi è rimasto immutato. So che si prenderanno cura di loro e sono felice, anche se c’è tristezza per uno dei miei ragazzi che non è riuscito a passare il confine e a entrare in Polonia».
Il gruppo dei ragazzi di Kirill era composto da sei atleti, ma uno di loro da pochi giorni ha compiuto 18 anni e per questo è arruolato e non può lasciare il Paese. «Per me è stato un sollievo quando li ho visti passare alla frontiera con la Polonia. Purtroppo uno di loro lo hanno fermato perché ha da poco compiuto 18 anni ed è dovuto tornare indietro con noi».
Alla frontiera ad aspettare i 5 ragazzi, c’era Pavlo Popovyč, padre di Jaroslav ex campione del mondo under23 e terzo al Giro d’Italia del 2003, che ha preso in custodia i ragazzi, rassicurando Kirill. Pavlo Popovyč, è il primo personaggio di questa incredibile staffetta, fatta di uomini che un tempo correvano in bici e che oggi invece si trovano a correre con furgoni e pulmini sulle strade che dall’Italia portano in Ucraina.
Pavlo ha 70 anni e sarebbe andato a combattere per il suo Paese, ma ha superato l’età consentita per indossare la divisa e quindi ha deciso di rendersi utile in un altro modo. Vive in Toscana con la sua famiglia e tutti partecipano ad una raccolta di farmaci e cibo da portare in Ucraina. I furgoni e i pulmini arrivano al confine polacco e, una volta scaricata la merce, tornano indietro portando le persone.
Così i 5 ragazzi sono entrati in Polonia e hanno fatto un primo tratto di strada con Pavlo Popovyč, prima di essere affidati a un’altra persona, che con un mezzo più comodo ha scortato i ragazzi in Italia con le loro bici.
Il viaggio dei ragazzi è stato accompagnato dalle telefonate e i messaggi di Kirill, che voleva rassicurarli e sincerarsi che tutto stesse procedendo bene. Una sosta è stata fatta a Pistoia, dove i 5 ciclisti sono stati presi da un altro ex ciclista, Vladimir Bileka che, dopo una doccia e una pizza, li ha portati alle porte di Roma, dove il GP della Liberazione grazie alla sensibilità di Claudio Terenzi ha preso in custodia i ragazzi.
Scappati da un Paese in guerra, i giovani ciclisti sono stati accolti dalla comunità di Allumiere, che in un attimo ha dimostrato grande affetto e protezione per questi ragazzi. Kirill è rimasto in Ucraina e sta tornando verso casa, verso Mariupol, una delle città più colpite da questo conflitto. Lui che ha avuto in Umbertone un secondo padre ed ha corso con l’Acqua e Sapone dei Masciarelli, sa che i suoi ragazzi verranno accuditi bene e spera di rivederli presto, per riprendere gli allenamenti insieme e andare alle gare, per aiutarli a diventare dei bravi corridori, con la speranza di vederli vincere gare importanti.
«So che stanno bene ed è giusto che siano andati via dall’Ucraina dove c’è la guerra. Continuerò a tenermi in contatto con loro e con le persone che li aiuteranno e voglio ringraziare tutti per questo gesto di solidarietà».
Anche noi continueremo a rimanere in contatto con Kirill, il ciclista che arrivato giovanissimo in Abruzzo con le nostre squadre ha corso sia il Giro d’Italia che la Vuelta di Spagna e anche tante Classiche. Con Kirill c’è una promessa, continueremo a seguire i suoi ragazzi e allo stesso tempo aspetteremo sue notizie e tutti insieme attenderemo il momento in cui arriverà in Italia, pronto a riprendersi i suoi ragazzi per continuare quel lavoro, che la guerra per il momento ha solo interrotto.