Bernardo Ruiz, da tutti conosciuto con il nome di El Pipa, è considerato il primo ciclista professionista spagnolo della storia e martedì scorso ha compiuto 100 anni. Classe 1925, El Pipa è stato il primo spagnolo a salire sul podio del Tour de France nel 1952 e ha vinto la Vuelta nel 1948. La Spagna lo ha festeggiato come si fa con i grandi eroi e lui, con tanta commozione e umiltà, ha accettato di incontrare sia i giornalisti, che il consiglio comunale, ma anche tanti tifosi e personaggi del mondo dello sport che sono arrivati a Orihuela.
Bernardo Ruiz ha fatto la storia dello sport spagnolo e in 100 anni, l'ex ciclista della provincia di Alicante ha visto accadere di tutto nella sua vita, ma sarà sempre ricordato per essere stato il primo spagnolo a salire sul podio del Tour de France nel 1952, alle spalle Fausto Coppi e il belga Stan Ockers. Anche in Italia ha avuto un buon successo e, seppure non è mai salito sul podio della corsa rosa, ha vinto una tappa a Roma nel 1955. In patria per tanto tempo è stato il miglior ciclista, dopo aver vinto La Vuelta nel 1948 e aver avuto tre Campionati Nazionali al suo attivo.
Per Bernardo Ruiz, come la maggior parte delle persone nate prima della Grande Guerra, lo sport è stato una necessità per la sopravvivenza e lui, in bici, ha iniziato ad andare per quello dopo la Guerra Civile. All'età di 11 anni andava al mercato nero e percorreva regolarmente la distanza tra Orihuela, la sua città d’origine, e Cartagena, per più di 80 chilometri, trasportando 50 chili di cibo, bevande e ogni genere di beni. Oltretutto lo faceva su strade in pessime condizioni. Ciò che faceva per sopravvivere, per lui si trasformò in esperienza e lo aiutò a vincere una gara amatoriale e a capire che avrebbe potuto avere un futuro nel ciclismo.
El Pipa, che nella sua Spagna è stato uno dei grandi del ciclismo, aveva un suo idolo, che però non era della sua terra, ma era italiano. Si trattava di Fausto Coppi, l’Airone per tutti, con il quale amava correre. «Il miglior corridore che abbia mai visto è stato Fausto Coppi – ha raccordato Ruiz durante la festa per i suoi 100 anni - Lo apprezzavo sia su strada che fuori. Era un gentiluomo, un tipo umile. Ma quando iniziava a sparare con la sua bici, non c'era nessuno che poteva seguirlo».
Il merito di Bernardo, secondo tutti coloro che gli sono stati vicino e che hanno potuto raccontare la sua storia, fu quello di aver mantenuto quell'umiltà che lo ha sempre caratterizzato. Ogni volta che andava in Francia per correre il Tour tornava a casa carico di tubolari, pignoni e altri pezzi di ricambio. Anche i farmacisti del suo paese gli chiedevano di portare la penicillina perché a quei tempi non ce n'era. Tutto era per i suoi amici, per la sua famiglia. Era sempre disposto ad aiutare, perchè sapeva che in Spagna c'erano pochi soldi per andare in bicicletta. Il governo negli anni in cui ha corso, non è stato molto disponibile con lui, ma El Pipa non si è fermato mai, dimostrando di poter competere con italiani, francesi e belgi.
Nella sua città natale, a Orihuela, Bernardo Ruiz con la sua sedia a rotelle ha attraversato l’ingresso del teatro municipale e ad attenderlo c’erano veramente tante persone. Nei momenti difficili, quando le strade erano aspre, Bernardo Ruiz ha aperto la strada alle generazioni successive. Ma il vero successo che la Spagna ha riconosciuto a questo campione d’altri tempi, non è stata la moltitudine di trofei vinti, ma la capacità di essere riuscito a realizzare il suo sogno di diventare ciclista in quegli anni in cui la Spagna stava attraversando la povertà vera e lui, con la sua bici, ha avuto la forza di correre per se stesso e per tutti quei ciclisti spagnoli che sarebbero arrivati negli anni successivi e che oggi a cento anni dalla sua nascita sono arrivati per dirgli grazie.