Tadej Pogacar è il testimonial, insieme a Peter Sagan, di MyWhoosh, la piattaforma specializzata negli esports, nella quale il ciclismo virtuale diventa protagonista. Il neocampione del mondo è arrivato ad Abu Dhabi per i Mondiali di esports, che l’UCI ha organizzato insieme a MyWhoosh ed ha voluto spiegare il suo rapporto con questa tecnologia che apre nuove frontiere nello sport moderno. «Trovo che sia un’idea molto divertente e anche utile – ha spiegato Pogacar – Fare i rulli oggi è diverso perché, oltre a completare il tuo allenamento, ti apre anche le porte delle varie community. Mi piace quando, virtualmente posso pedalare insieme ad altre persone e penso che il pubblico si diverta nel momento in cui riesce a collegarsi con me».
Tra pochi giorni verrà presentato il Tour de France del prossimo anno e Pogacar, anche se non sarà presente, si collegherà con la televisione per scoprire subito quali saranno le tappe della corsa gialla. «L’anno prossimo ovviamente il Tour de France sarà un obiettivo per me, ma non sarà il solo. Ci sarà anche la Milano-Sanremo e altre Classiche. Non vedo l'ora di vedere il percorso del Tour de France, ma non potrò essere a Parigi quel giorno, ma guarderò con attenzione tutto quello che verrà detto e sono veramente emozionato».
Negli ultimi 4 anni, i dominatori assoluti della Grand Boucle, sono stati Pogacar e Vingegaard e tra questi due grandi campioni,c’è tanto rispetto anche se l’agonismo viene al primo posto e la loro rivalità è diventata quasi mitica. «La rivalità con Jonas esiste, ma c’è anche tanto rispetto. Ci scontriamo al Tour de France già da quattro anni. C’è un grande agonismo e lui è un grande avversario e lo sarà anche il prossimo anno. Sarà sicuramente uno dei corridori da controllare di più». Tadej Pogacar è stato il corridore più forte in questa stagione, in cui ha vinto sia il Giro d’Italia che il Tour de France ed ha conquistato anche la maglia di campione del mondo. Il prossimo anno sarà difficile ripetere lo stesso risultato , ma lo sloveno non guarda solo ai risultati e spera di potersi divertire anche nel 2025.
«Quest'anno è stato straordinario. Non avrei mai immaginato di poter fare meglio delle stagioni precedenti. Se continuo così, penso di poter lasciare una sorta di eredità dietro di me, ma in questo momento non ci penso, voglio solo godermi la corsa e divertirmi in bici e poi vedrò cosa succederà in futuro, per ora cerco di vivere il momento».
Le Olimpiadi sono un appuntamento importante per ogni atleta e Pogacar ha deciso di non partecipare a Parigi, a causa dell’esclusione da parte della federazione slovena, della sua fidanzata Urska.
«Non mi sono pentito di questa scelta. È stata una stagione perfetta quest'anno e non penso che avrei potuto migliorarla, ma eventualmente solo peggiorarla». Lo sloveno vince nei grandi giri e anche nelle Classiche Monumento, ma per il momento, le corse sul pavè non sono nel suo programma.
«Faremo qualche giro sulle pietre. Ma parlare di calendario adesso mi sembra troppo presto. Voglio fare alcune Classiche nelle Fiandre, il Tour de France e ancora i Campionati del mondo e alcune gare Monumento e la Sanremo naturalmente. Vedremo cos'altro potrò fare, certo anche qualche gara di una settimana. Tutte le gare del World Tour mi piacciono e altre della categoria più bassa, ma non posso farle tutte».
E’ da poco arrivata la notizia che Tadej Pogacar ha firmato un contratto con la UAE fino al 2030, si tratta quindi di un progetto importante, dove il campione sloveno ricoprirà un ruolo sempre maggiore.
«Prima di tutto questa squadra ha creduto in me fin dall'inizio. Quando ero solo un ragazzino, fortunatamente è stata la sola squadra in assoluto a venire da me a offrirmi un contratto. Da quel momento mi sono sentito subito bene con loro. Ho ottenuto risultati importanti e la squadra sta crescendo. Quando vengo negli Emirati Arabi Uniti, vedo che siamo al centro di un bel progetto e abbiamo avuto la capacità di avere un buon impatto sulla gente. Quando abbiamo iniziato a fare delle pedalate con la gente, le persone erano veramente poche, mentre due giorni fa erano più di 2.000. Sono orgoglioso di tutto questo e penso che abbiamo portato un contributo importante al Paese, anche per questo ho deciso firmare fino al 2030».
In questa stagione che si è appena conclusa, si ricorderanno per lungo tempo le vittorie di Pogacar arrivate con un attacco da lontano. Per lo sloveno però, non è questo un motivo di vanto, ma semplicemente un modo di affrontare la gara.
«Alcune volte lo faccio perché è la situazione della gara che lo richiede. E’ una mossa intelligente attaccare da lontano e a volte ti aiuta ad avere un piccolo momento di sorpresa per superare l’avversario. Quando mi sento bene e provo attacchi da molto lontano, so che non sempre può andare bene, ma so che posso danneggiare qualche gamba, quindi anche se l'attacco non funziona, la gara diventa comunque interessante fino alla fine».
In molti si chiedono quale sia il segreto di Pogacar e se dopo tutte queste vittorie, potrebbe stancarsi di correre in bici. Lo sloveno ha vinto tanto, ma correre e divertirsi in bici, per lui è l’unica regola da seguire. «Penso che valga sempre la pena di correre. Mi dico sempre che non bisogna mollare mai e che si deve sempre provare a fare qualcosa senza smettere mai. Ma penso anche altro, in realtà voglio dire, che da sempre mi dico di non mollare mai e di non smettere mai di provare e questo mi ha portato lontano, ma penso anche un'altra ancora, finché ti piace andare in bici e lo vedi come un gioco, allora farai sempre bene. Quando non ti divertirai più e non lo vedrai più come un gioco allora devi fermarti»