Dirigono due delle formazioni più importanti del movimento ciclistico femminile e nei giorni scorsi hanno rilasciato alcune interessanti dichiarazioni relativamente al calendario e all’organizzazione della stagione in corso: stiamo parlando di Sebastián Unzue e Stéphen Delcourt. il primo dirige la Movistar Woman per cui corre la Campionessa del Mondo - nonché vincitrice di Giro, Tour e Vuelta nel 2022 - Annemiek Van Vleuten; il secondo è team manager della Fdj Suez delle nostre Marta Cavalli e Vittoria Guazzini.
Ad aprire il dibattito è stato il 31enne manager spagnolo che, in una intervista rilasciata a cyclingweekly ha dichiarato: «Penso che il modo con cui è strutturato il calendario di quest’anno sia un disastro completo, non tiene conto di nessuna delle esigenze o degli interessi delle squadre». Parlando poi della Vuelta che è in programma tra tre mesi ma di cui ad oggi non è stato presentato ancora il percorso ha detto: «Ho criticato la scelta di spostare la corsa subito quando ho saputo che la Vuelta España sarebbe stata a maggio, è una sciocchezza per me». Ed ancora: «Le squadre hanno 14 o 15 corridori. Febbraio, marzo e aprile sono mesi intensi; a maggio hai la Vuelta España ma normalmente dovresti dare un riposo di cinque o dieci giorni ai corridori. Questo rende le cose molto più complicate. L'UCI deve lavorare con urgenza, è chiaro che le cose non cambieranno per il 2023, ma per il 2024 questa è una delle esigenze più urgenti di cui ha bisogno il ciclismo femminile».
A fare eco ad Unzue è il francese Stéphen Delcourt che, parlando con i colleghi di Cyclism'Actu sul nuovo assetto del calendario femminile che propone più di 80 giorni di corsa per quest’anno ha affermato: «Il movimento del ciclismo femminile sta crescendo molto velocemente ma forse troppo velocemente e non nella direzione migliore, l’Uci ha fatto molto per noi ma forse ci sono da sistemare alcune cose, siamo qui per lavorare assieme ma quest’anno a livello logistico è complicato lavorare. Sono d’accordo con il manager della Movistar, la Vuelta in quel punto della stagione non è ideale»
Delcourt continua: «Capisco che gli organizzatori abbiano delle incombenze nei loro Paesi ma a questo punto della stagione non è normale non conoscere ancora i percorsi di Giro e Vuelta. Abbiamo intenzione di onorare al meglio le manifestazioni ma non avere ancora i percorsi non è professionale: non possiamo fare pianificazione, non possiamo studiarli»
Il manager francese conclude: «Ripeto, l’Uci ha fatto molto per il ciclismo femminile, non dico che abbia sbagliato. Bisogna capire insieme come migliorare: faremo il bilancio a fine stagione»