Ai test effettuati al velodromo Fassa Bortolo di Montichiari la scorsa setimana era presenta anche Marino Amadori, il commissario tecnico degli Under 23. Il tecnico romagnolo ha tirato un po’ le somme dei quattro giorni dedicati ai giovani che ha raccolto sulla pista bresciana 130 atleti, tra juniores e under 23.
«Abbiamo fatto questa rosa molto allargata proprio per testare, per cercare di partire. Parlo della categoria che seguo, quindi degli under 23, nella quale siamo di fronte ad un anno nuovo con tanti ragazzi che sono già passati nel mondo dei professionisti. Di conseguenza dobbiamo ripartire, devo riformare un po’ tutti i vari gruppi per gli appuntamenti che sono gli Europei, i Mondiali e la Coppa delle Nazioni. Partiamo con una prima rosa, altri ragazzi non sono stati qui ma li testeremo più avanti, vediamo di iniziare bene e di formare delle belle squadre a livello internazionale».
Ha detto che diversi ragazzi di talento hanno lasciato i dilettanti facendo il salto di qualità. Come siamo messi in questa stagione col ricambio degli atleti?
«Come ho detto, tanti ragazzi ancora in età Under sono passati in squadre del World Tour bruciando le tappe, di conseguenza quando non hai più questi atleti si indebolisce un po’ il vivaio, la base. Però questo non vuol dire nulla: abbiamo dei buoni ragazzi che abbiamo testato e ho visto dei primi e secondi anni in categoria molto interessanti. C’è da lavorare, certo, siamo qui per quello, e da questi ragazzi ripartiamo dando una mano alle società, ai ragazzi stessi: vediamo di riuscire a farli crescere nel modo giusto per poi portare anche questo gruppo nel mondo del professionismo”.
Siamo nel velodromo monteclarense e, come avrebbe detto qualcuno diversi anni fa, la domanda sorge spontanea: quanto conta la pista per formare un giovane?
«Viviani, Ganna, Consonni, ne abbiamo di esempi da portare... Penso che per questi ragazzi sia importantissimo praticare la pista; penso sia molto importante per chi ha la fortuna di abitare qua vicino, chi ha la fortuna di essere convocato per venire in pista, riuscire a praticarla. Abbiamo questo impianto coperto ma in Italia ci sono tantissimi velodromi all’aperto che da aprile dovrebbero tornare operativi e quindi mi auguro che tanti ragazzi che vivono nella prossimità di questi impianti ci vadano, perché è basilare per crescere fare questa attività. Ma non solo la pista, è basilare oltre alle gare in linea su strada, cimentarsi nelle cronometro, nel ciclocross, nella mountain bike. Abbiamo degli esempi a livello internazionale che illustrano come è deisivo praticare un po’ tutte queste attività nel percorso giovanile, parlo degli Esordienti, Allievi e Juniores. E quando l’atleta arriva negli Under 23 ed è abituato a fare la doppia attività, ne trae giovamento: sono quei lavori basilari per crescere ed arrivare preparati nel mondo dei professionisti».
Foto Credit: Jessica Zekkato