Diego Bragato, veneto di Motta di Livenza, ex corridore arrivato fino alla categoria under 23, fa parte del Centro Studi della Federciclismo ed è soprattutto il collaboratore del commissario tecnico della pista maschile Marco Villa.
Ed è proprio il tecnico trevigiano a guidarci nei segreti dei test svolti da mercoledì a sabato al velodromo di Montichiari con 130 atleti tra juniores e under 23.
«Abbiamo effettuato dei test seguendo un protocollo che per noi ormai è standard, visto che lo usiamo ogni anno per valutare i ragazzi e fare un po’ il punto della situazione dei nuovi e anche degli atleti che monitoriamo da anni. Si tratta di due test: uno valuta la componente di forza e di potenza, l’altro invece valuta la componente metabolica. Il primo si chiama potenza-cadenza e vede i ragazzi spingere cinque rapporti diversi, da molto duro a molto agile, con sprint di dieci secondi circa: con questo test andiamo a vedere la potenza che sono in grado di erogare ad ogni frequenza di pedalata. Questo ci fa capire dal punto di vista di esplosività e di forza come stanno i singoli atleti».
E ancora: «Il secondo invece è un test incrementale nel quale i ragazzi iniziano da uno sforzo semplice, tranquillo, poi ogni minuto il rullo diventa sempre più duro finché non ce la fanno più. E qui seguiamo sia la potenza che il cuore per capire un po’ come sono messi dal punto di vista della resistenza».
Tutti i dati che immagazzinate servono per avere riscontri nel tempo e impostare il lavoro. Come avviene il tutto?
«In pratica questi test ci forniscono una foto che ci fa capire che tipo di ragazzi abbiamo di fronte e naturalmente in base a questi dati diamo indicazioni ai loro team. Forniamo alle squadre dei feedback sui ritmi e le varie soglie di allenamento, ma anche delle indicazioni che possono essere utili per impostare il loro lavoro in vista dell’inizio di stagione. Ovvero come e su cosa lavorare sugli aspetti di forza, e come su cosa lavorare sugli aspetti di resistenza e metabolici. Quando poi rivediamo i ragazzi, in base alla fotografia iniziale e a quella che poi ci ritroviamo in mano in quel momento, siamo in grado di dare indicazioni alla squadra sulle priorità da gestire rispetto alle gare nelle quali decidono di coinvolgerli, il modello di prestazioni, cosa serve in quella determinata gara. Quelli che forniamo ai direttori sportivi sono degli input che riteniamo preziosi, un servizio in più che cerchiamo di dare alle società per collaborare insieme nello sviluppo dei ragazzi».
Foto Credit: Jessica Zekkato