La bicicletta è uno strumento capace di avvicinare persone e generazioni diverse. Che sia usata per la mobilità urbana, per una passione che accompagna sin dalla più tenera età, per esplorare percorsi sempre nuovi ogni weekend o in quanto atleti professionisti, ciò che accomuna ogni uscita è la necessità di vivere un’esperienza di guida ottimale. Per raggiungere questo obiettivo, la bicicletta è il fulcro ma anche il tassello di un mosaico esperienziale più ampio, composto da innovazioni tecnologiche in grado di completare e arricchire allenamenti e uscite sulle due ruote, come raccontano i Campioni Elia Viviani, Daniel Oss, Vincenzo Nibali e Marco Aurelio Fontana.
Garmin, azienda leader nella navigazione GPS, ha negli anni definito lo standard più alto per l’ecosistema dedicato alla bici: dalla serie Edge® ai pedali RallyTM, dalla sicurezza con VariaTM alla migliore cartografia, l’obiettivo del brand americano è offrire l’esperienza più coinvolgente, performante e sicura possibile, indipendentemente dal fatto che la passione per le due ruote si riversi su road, gravel o mountain bike.
Tra le visioni più complete dell’ecosistema Garmin ci sono quelle dei grandi campioni delle discipline più seguite, che testano ogni giorno la qualità dei prodotti e ne esplorano le caratteristiche in maniera profonda e accurata.
Garmin Edge: performance atletica, l’esperienza di Elia Viviani e Daniel Oss
La serie di ciclocomputer GPS Garmin Edge ha ormai raggiunto un livello di completezza capace di soddisfare le più precise esigenze di ogni tipologia di ciclista.
Edge 540, Edge 840 e 1040 sono ciclocomputer avanzati che combinano una varietà ancora più ampia di metriche di allenamento, tra cui un coaching adattivo mirato agli obiettivi personali di ogni singolo atleta o appassionato, navigazione migliorata, funzioni connesse e molto altro ancora, in un design compatto e leggero.
“In pista la tecnologia è utilizzata per un’analisi dettagliata di quello che succede in gara. Questo ci permette poi di aggiustare con precisione gli allenamenti e di fissare gli obiettivi da raggiungere in termini di performance”, commenta Elia Viviani, ciclista su strada e pistard italiano che corre per il team Ineos Grenadiers, medaglia d'oro nell'omnium ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 e bronzo, sempre nell’omnium, a Tokyo 2020. “Parlando in termini pratici, in pista non è possibile visionare i dati durante la competizione. Quindi, il mio device Garmin registra tutti i dati, dalla potenza alla frequenza cardiaca, dalla velocità alla cadenza. Poi, una volta scaricati sull’app Garmin Connect, analizziamo quanto registrato e tariamo gli allenamenti successivi per migliorare la mia performance durante la gara successiva. In pista questi dati sono importanti anche per individuare il rapporto da utilizzare: essendo un rapporto unico, non si può sbagliare nella scelta”.
Che si tratti di allenarsi per una gara importante o di perseguire un traguardo personale, le metriche della serie Edge offrono informazioni e analisi sulle dinamiche di performance, mostrando una fotografia dettagliata e immediata dei punti di forza e di debolezza in vista degli impegni in calendario.
“Utilizzo principalmente il ciclocomputer Edge 840, che poi è il mio preferito”, continua Viviani. “A questo affianco poi la fascia cardio, il sensore velocità e cadenza e il power meter. In pista, i parametri più importanti da tenere in considerazione sono il rapporto di potenza a una determinata cadenza. La velocità è una conseguenza, mentre la frequenza cardiaca è un dato a cui diamo minore importanza perché in pista si parla sempre di sforzi massimali. Tornando agli strumenti, prediligo l’Edge 840 perché trovo che sia poco ingombrante e allo stesso tempo dotato di un display chiaro e di ottima dimensione, oltre a essere molto rapido nel download dei dati. Secondo quanto prescritto dal regolamento, in gara deve invece essere collocato sotto alla sella, mentre in allenamento lo utilizzo come su strada”.
E se la parola d’ordine di Garmin è ecosistema non solo per il monitoraggio delle performance ma anche per il benessere, completare la dotazione con uno smartwatch è sicuramente una scelta vincente.
“Utilizzo l’orologio Garmin Forerunner 965 durante tutto il giorno a esclusione delle ore di allenamento in bici dove mi affido all’Edge. I dati importanti a cui faccio attenzione sono quelli registrati nella notte, quindi il report mattutino, i battiti a riposo, le ore di sonno, la qualità del sonno. Utilizzo l’orologio anche in tutte le attività extra ciclismo, quindi in palestra, per le camminate o la corsa a piedi, ma anche per il nuoto. Un altro parametro molto importante a cui mi affido è l’acclimatazione in quota durante i ritiri di preparazione in altura. L’orologio Garmin ha molte altre funzionalità utili, come la sveglia con sola vibrazione sul polso che evita sveglie traumatiche con canzoni o allarmi vari, o le informazioni circa il meteo di giornata”, conclude Viviani.
Daniel Oss, dopo 14 anni da pro su pista da specialista delle classiche su strada, ha allargato la passione al mondo del gravel, dove l’ecosistema Garmin risponde a ulteriori esigenze.
“La tecnologia ormai è la base fondamentale per essere in linea con l’evoluzione dell’allenamento e delle performance attuali del mondo del ciclismo contemporaneo. Certo, non più della passione e della voglia di pedalare”, commenta Oss. “Tra gli strumenti che reputo imprescindibili per la performance ci sono sicuramente il cardio frequenzimetro e il power meter. In base ai test, soprattutto in fase iniziale, tenere controllato il battito e i watt è indispensabile per un graduale e perfetto incremento della performance. Senza questi riferimenti, sarebbe facile esagerare o non fare abbastanza”.
Stella polare che guida le scelte di progettazione di Garmin in diversi ambiti è sicuramente la navigazione, passato e futuro del brand ed elemento cruciale per gli amanti del gravel.
“La navigazione è fondamentale, utile per la ricerca di nuovi territori e per non perdersi durante le gare importanti. Ovviamente, poi, tra strada e gravel ci sono esigenze diverse. Gli strumenti Garmin sono incredibilmente precisi per la navigazione – importantissima nel gravel. In mezzo ai boschi, davanti a due o tre sentieri, vedere e intuire subito la via è un aiuto imprescindibile. Sempre parlando di gravel, molto importante è l’aspetto della batteria: le gare durano anche oltre 10 ore e Garmin riesce a garantire l’autonomia per tutto il percorso”.
La Serie Rally: come i sensori di potenza hanno cambiato i parametri di allenamento secondo Marco Aurelio Fontana
Per perfezionare le prestazioni durante gli allenamenti o in vista di una competizione, avere a disposizione dati di potenza affidabili e istantanei è cruciale. Ciò permette di sfruttare al meglio tempo e sforzi, mantenendo l’allenamento e la gara sempre nella zona di potenza corretta. Inoltre, tali dati permettono di monitorare i propri miglioramenti nel tempo, raggiungendo progressivamente gli obiettivi prefissati.
Mountain biker e ciclocrossista italiano, campione italiano nella specialità del cross country nella categoria élite, medaglia di bronzo, nella stessa specialità, ai Giochi olimpici di Londra nel 2012 e campione del mondo 2013, Marco Aurelio Fontana non ha dubbi circa l’importanza di misurare la potenza.
“Nella mia carriera mi sono sempre allenato con la frequenza cardiaca perché io e il mio staff ritenevamo che la potenza fosse più facilmente misurabile su strada. Oggi abbiamo a disposizione misuratori, come i Rally, che uso quotidianamente, oltremodo attendibili e che offrono molto più che un semplice dato relativo alla potenza espressa: per esempio, quanto carichi su una gamba e sull'altra, come tieni le tacchette, quanto tempo stai in piedi e tanto altro che viene poi analizzato insieme ai dati cardiaci e che permette di andare molto più a fondo nell'analisi dell'allenamento per poi migliorare la nostra prestazione”.
Continua Fontana: “Oltre a essere divertente come strumento, è anche molto utile, specialmente se prima si effettua un test FTP col Garmin perché permette di andare a lavorare con dati oggettivi e molto reali. Per esempio, trovo che il test che ho effettuato sia molto realistico e se ne ha riscontro dopo qualche giorno di allenamento, quando si prende consapevolezza che i propri limiti sono stati letti bene dal sistema. Per l'amatore oggi esiste un pacchetto davvero completo che permette di allenarsi sia per rimanere in forma, sia creare un piano di allenamento per raggiungere un obiettivo specifico”.
Sicurezza: Varia 515 e UT800
Elemento imprescindibile dell’ecosistema firmato Garmin è l’attenzione alla sicurezza. “La strada è di diversi attori e tutti ne sono protagonisti. Spesso non sono sufficienti il buon senso e l’educazione”, commenta Vincenzo Nibali, vincitore dei 3 Grandi Giri e icona del ciclismo italiano nel mondo. “Ho iniziato a usare il Varia durante i miei allenamenti quando ero ancora professionista e, personalmente, ho creduto subito nella validità di questo strumento. Così come noi ciclisti abbiamo imparato a usare il casco, perché non imparare a usare le luci su strada? La tecnologia di oggi è un ottimo supporto, sta però a noi imparare a sfruttarne le potenzialità a nostro favore per diminuire le variabili di pericolosità e per essere visibili sempre”.
Per essere visibili sempre, come suggerisce “Lo Squalo”, Garmin offre due device all’avanguardia. La luce posteriore radar Varia RTL515 consente di ricevere avvisi visivi e acustici per i veicoli che si avvicinano da dietro fino a una distanza di 140 metri. Questa luce, piccola e facilmente montabile, si abbina al ciclocomputer Edge e ad alcuni wearable Garmin e permette alle persone alla guida dei veicoli di vedere il ciclista fino a un chilometro di distanza. Inoltre, quando rileva la presenza di auto, intensifica l’illuminazione. Per un livello ancora più elevato di sicurezza, tra i prodotti di Garmin c’è anche Varia RCT715, versione con telecamera che registra in caso di incidente.
Infine, Varia™ UT800, fanale anteriore smart, permette di pedalare ovunque con sicurezza. È dotato di cinque modalità di illuminazione, la più intensa delle quali proietta 800 lumen, rendendo il ciclista visibile alla luce del giorno a più di un chilometro di distanza. Può essere controllato manualmente o associato al dispositivo Edge. Può anche regolare la propria luminosità in base alle condizioni di luce ambientale.
Per informazioni: www.garmin.com/it-IT