Allargare sempre più gli orizzonti, con l’obiettivo di allestire un percorso che crei i campioni di domani. È l’obiettivo che si sono posti la Sandrigo Bike e la Green Project-Bardiani CSF-Faizanè, che hanno lanciato un progetto comune volto alla massima valorizzazione dei giovani, a partire dalla categoria juniores fino ad arrivare al professionismo. Il trait d’union tra le due società è Martino Dal Santo, patron di Faizanè, che è anche una delle colonne portanti della Sandrigo Bike insieme al presidente Pier Davide De Marchi e Luca Calgaro, responsabile di CSZ.
«Abbiamo deciso di potenziare la Sandrigo Bike, di fare un passo in avanti e non essere più solamente una delle tante squadre juniores che serve da transito tra la categoria allievi e quella U23 - ha spiegato Dal Santo -. Saremo il vivaio della Green Project, il che implica una stretta collaborazione tra lo staff dei due team e una maggiore professionalizzazione della formazione juniores. D’altronde ci siamo accorti tutti di quanto questa categoria sia sempre più un lasciapassare per il mondo dei professionisti. Ci piace l’idea di poter prendere un ragazzo appena terminata la categoria allievi, farlo crescere con calma e poi lanciarlo nel mondo dei grandi».
La Sandrigo si sta muovendo - con largo anticipo - per creare una squadra competitiva in vista del 2024. Si è già assicurata il campione regionale veneto, nonché uno dei migliori allievi a livello nazionale, Giacomo Rosato, che il prossimo anno passerà juniores con la formazione vicentina. «In questo momento la categoria juniores è dominata da 2-3 squadre che vincono ovunque - prosegue Dal Santo -. Noi vogliamo inserirci tra queste, forti del nostro progetto che può garantire ai ragazzi qualcosa in più di una semplice sistemazione in un team juniores. Rosato è la prima mossa in questa direzione, e tante altre ne seguiranno».
Il confronto con lo staff della Green Project, coi Reverberi e con Mirko Rossato, che segue il progetto giovani lanciato due anni fa, sarà quotidiano: «Più le squadre lavoreranno a stretto contatto, più i ragazzi ne beneficeranno. Già quest’anno abbiamo introdotto alcune nuove figure all’interno della squadra, come quella del medico che tiene costantemente monitorata la condizione fisica dei ragazzi, ma ci piacerebbe specializzarci ancora di più, inserendo per esempio un nutrizionista. Tra le altre cose vogliamo tirare su una casetta che faccia da quartier generale, così da poter portare anche qualche corridore che arriva da più lontano. Ovviamente il progetto è a lungo termine, tra un paio d’anni vorremmo poter vedere i primi risultati. Anche perché ho promesso ai Reverberi che avrei trovato qualche ragazzo di talento, non posso certo deluderli…».
Infine, un paio di considerazioni sulla categoria juniores in Italia: «Per quello che richiede il ciclismo oggi e per l’importanza che questa categoria ha ormai assunto, ritengo che si debba alzare l’asticella un pochino più in alto - prosegue patron Dal Santo -. I percorsi, in generale, sono veramente troppo facili e i circuiti pianeggianti servono a poco per la crescita di un ragazzo. Anche per questo abbiamo creato la Piccola Liegi delle Bregonze, per dare un’opportunità diversa a questi giovani. Non dico serva il Mortirolo, però qualche difficoltà in più andrebbe messa. Poi tra gli U23 si trovano di fronte lo Stelvio e abbiamo visto quel che è successo. Penso sia anche per questo che all’estero vanno più forte, li preparano già ad alcuni tipi di corse, mentre noi siamo più indietro. Per chi ne ha la possibilità, consiglierei anche di fare qualche corsa all’estero, perché c’è da imparare sotto tanti punti di vista».