E’ scomparso il 31 gennaio, all’età di ottantaquattro anni, in una residenza sanitaria di Cuggiono (provincia di Milano), Franco Zangrandi, un nome che ricorda uno dei piloti dell’ammiraglia del Giro d’Italia. E a bordo c’erano il patron Vincenzo Torriani, sovente in piedi, fuori dal tettuccio per assolvere i suoi compiti di direttore di corsa con fischietto e bandierine, e Bruno Raschi, grande firma e responsabile del ciclismo della “rosea”, sempre seduto al suo fianco vestendo, sovente, l’inappuntabile giacca blazer con bottoni dorati e cravatta “regimental”, che manteneva il suo unico, elegante, “aplomb” anche nelle fasi più concitate di corsa.
Francesco ma solo Franco per tutti, Zangrandi, milanese doc, trasferitosi a Legnano tre anni fa, per un decennio circa, dopo varie esperienze in altri settori della carovana, è stato alla guida dell’ammiraglia delle corse rosa. Aveva rilevato il posto prima ricoperto da Nando Civoli, graduato della vigilanza urbana di Milano e papà del giornalista televisivo Marco Civoli, poi passato ad affiancare l’amico Ermete Guallini, nell’organizzazione della sicurezza alle partenze e agli arrivi. Per vario tempo molti appartenenti al corpo dei vigili milanese, in gergo meneghino i “ghisa”, così definiti, nella versione prevalente, per il copricapo di colore grigio così come la divisa che ricordavano le tonalità della lega ferrosa, dedicavano le loro ferie alle corse. Il grande Alfredo Binda e altri suoi coetanei li indicavano con l’antico termine meneghino di “survegliant” (è intuibilissima la traduzione).
Suoi colleghi di guida sulle vetture della “direzione corsa” - all’epoca di stretta e unica pertinenza dell’organizzazione mentre il collegio di giuria vigilava esclusivamente sulla disciplina regolamentare della gara – sono stati il veterano, di lunghissimo corso, Isidoro Rimoldi, comasco di Appiano Gentile, proveniente da una specialità di guida un po’ alternativa…, di poche parole, che era con Giovanni Michelotti, il vice di Torriani, il veneto-lombardo Franco Marton era con Dante Garioni alla coda del gruppo principale e molto più avanti, Cesarino Sangalli, il notissimo cartografo-ispettore con Roberto Gentile, altro vigile milanese, amicissimo di Zangrandi, al volante.
Poi, verso la metà del 1980, sale alla guida dell’ammiraglia del patron Alberto Della Torre, già corridore di buon livello che diverrà poi responsabile arrivi.
Franco Zangrandi ha sempre mostrato il suo carattere gioviale, aperto, improntato all’allegria, come ricordano la moglie Rachele e i figli Fulvia e Dario ai quali inviamo sentite condoglianze anche da parte di molti “seniores” delle corse rosa e di tuttoBICI e tuttobiciweb.it –