Strade bianche e un cuore pieno di colori: quelli della pace. Strade bianche e tre ragazze con un'unica maglia e un unico obiettivo: correre per il piacere di correre, senza l’ossessivo sogno del risultato, perché il sogno più bello che possono portare su questi strati di terra terrosi è quello della pace tra due popoli, che da dieci giorni sono in guerra.
Una russa e due ucraine, come racconta oggi Cosimo Cito su “La Repubblica”. Anna Potokina, Viktoriia Melnychuk e Maryna Ivaniuk, tutte e tre con la stessa maglia, quella della Servetto Makhymo-Baltrami TSA. Tre ragazze e due bandiere, non ammainate, non divise, ma una affianco all’altra, pronte a darsi una mano, a scambiarsi una borraccia o un incoraggiamento.
«Vivono in un appartamento nel centro di Asti – scrive Cito -, si allenano sempre in tre sulle strade di Langhe e Monferrato. Viktoriia e Maryna sono arrivate in Italia il 22 febbraio. Anna, nata a Voronezh, a 200 km dal confine russo-ucraino, è in Piemonte da 8 anni: “Sono l’unica di noi tre a parlare italiano, e quindi faccio un po’ da traduttrice e da tramite tra loro e il resto della squadra. Parliamo, parliamo tanto, proviamo a darci forza. Stiamo vivendo giorni terribili, ma cerchiamo di vivere serenamente, anche se trascorriamo ore con gli occhi sul cellulare in attesa di notizie”.
La famiglia di Viktoriia è chiusa in un bunker, in una cottadina non lontana da Kiev. Lei non dorme da giorni, ma oggi sarà al via, con orgoglio infinito. “Mi chiedo che razza di guerra è questa – prosegue Anna, «tra noi russi e gli ucraini c’è sempre stata amicizia, armonia. Anni fa esisteva una corsa in Crimea a inizio stagione e c’erano cicliste russe, ucraine, bielorusse. Ci capivamo, uscivamo tutte insieme, sono ricordi meravigliosi. E ora? Questa guerra sta distruggendo l’immagine della Russia e sta facendo una male infinito alla gente comune, a chi non c’entra nulla con la politica. E agli sportivi, anche, che stanno pagando colpe non loro: a cosa serve punirli, privarli del loro lavoro, della loro bandiera, per colpe che non hanno”».
Strade bianche e un cuore pieno di colori: quelli della pace. Strade bianche e tre ragazze con un'unica maglia e un unico obiettivo: correre per il piacere di correre, senza l’ossessivo sogno del risultato, perché il sogno più bello che possono portare su questi strati di terra terrosi è quello della pace tra due popoli, che da dieci giorni sono in guerra.