Qualche giorno fa Marta Cavalli ci aveva detto che questo sarebbe stato per lei il Giro della verità. Con quasi una convocazione olimpica in tasca, ma tanti problemi fisici, queste dieci tappe sarebbero state fondamentali per capire se poter essere della partita oppure no. La portacolori del team FDJ Nouvelle Aquitaine però non ci ha pensato troppo e già nella seconda tappa ha combattuto tra le grandi dimostrando che la gamba ce l’ha, eccome. Sulla salita di Prato Nevoso è stata la migliore delle azzurre ed ha tenuto testa alle scatenate atlete della SD Worx.
«Questo Giro doveva essere un test e per il momento l’ho superato alla grande - dice a tuttobiciweb -: ieri abbiamo fatto la salita in modo folle, il gruppo si è immediatamente spaccato, ma io ho deciso di tenere il mio ritmo. Anche se sono giovane ho imparato a conoscermi e questi cambi di velocità non fanno per me. Sono salita di progressione e mi sono fatta praticamente tutta la salita da sola, Demi Vollering logicamente non collaborava e mi sono sobbarcata tutto il lavoro sporco. Pedalando non ho pensato a Tokyo, ma improvvisamente l'ho sentito più vicino».
Marta pensa sempre in modo razionale e non ha paura di mettersi in gioco, crede alle Olimpiadi e di questo passo potrebbe presentarsi al via con una condizione veramente buona. Nella prima tappa a cronometro la sua squadra ha perso tanto terreno, Cecile Utrupp Ludwig è caduta e ieri a Prato Nevoso ha dovuto convivere con il dolore. La vittoria nella generale è diventata improvvisamente lontana e così è tempo di reinventarsi, magari una vittoria di tappa o chissà un bel piazzamento per la stessa Cavalli.
Il Giro è solo all’inizio e Marta non ama sbilanciarsi, ma quello che ha fatto ieri è un chiaro segnale a Salvoldi e a tutta la compagine italiana. La cronometro di Cascata del Toce sarà l’ennesima prova dura, l’italiana ha bisogno di certezza e di testare la sua forma. Di tempo ce n’è tanto, lei ce lo dice sottovoce ma sogna una vittoria di tappa e noi siamo sicuri che ci regalerà delle belle soprese.