Festa grande a Carchi per Richard Carapaz che, dopo essere stato accolto come un eroe dalla sua gente, ha analizzato la sua stagione, seminando alcuni indizi importanti su cosa farà in futuro.
«Non posso accontentarmi di un semplice piazzamento. Cerco di lasciare un segno, lungo il percorso - con queste parole Carapaz ha iniziato la sua intervista con i media sudamericani che lo aspettavano nella sua città –. Mi piace sognare di vincere un titolo e il nuovo obiettivo che ci siamo prefissati per la prossima stagione sarà proprio una vittoria importante».
Richard ha così lasciato intendere che il prossimo anno tornerà alla Vuelta per salire sul gradino più alto del podio. «Senza dubbio questa è stata una stagione spettacolare, un anno speciale, perché mi sono adattato velocemente alla nuova squadra. Mi sembra di essere in questa squadra da almeno 5 anni, non so se dall'esterno si percepisce questo, ma con i miei nuovi compagni mi sento già un veterano».
Carapaz è passato alla Ineos Grenadiers in questa stagione, dopo aver lasciato la Movistar. Il team britannico ha ottenuto molti successi, tra cui anche la vittoria al Giro d’Italia con Tao Geoghegan Hart e il titolo mondiale a cronometro conquistato con Filippo Ganna a imola.
«Abbiamo avuto molti successi in così poco tempo, quindi immaginate cosa potremmo ottenere in tre o cinque anni. Il nostro è un progetto a lungo termine, perché abbiamo la capacità, la motivazione, il sogno e la voglia di fare grandi cose».
Carapaz è stato veloce ad adattarsi quest’anno, non solo al nuovo team ma anche ai problemi legati al Covid-19 e ai cambi di programma interni alla squadra. L’ecuadoriano avrebbe dovuto prendere parte al Giro d’Italia, per riconfermare la vittoria del 2019, poi il team ha deciso che avrebbe corso il Tour de France per aiutare Bernal.
«Posso dire che sono andato al Tour de France nel momento giusto. Ho potuto conoscere questa corsa, con la possibilità di tornare con più consapevolezza in un futuro molto prossimo. Alla Vuelta sapevo quello che stavo cercando, ho fatto capire subito quale fosse il mio obiettivo».
La Locomotora del Carchi fin dalla prima tappa in Spagna ha fatto capire il suo intento: vincere la corsa. C’è stata una battaglia agguerrita per la conquista della Vuelta, con la certezza della vittoria di Roglic che è arrivata solo nella penultima tappa. Carapaz adesso pensa a godersi la sua famiglia e la sua terra, ma inevitabilmente ha già il pensiero alla prossima stagione, dove l’unica certezza sarà la sua partecipazione alle Olimpiadi.
«Sicuramente sarò alle Olimpiadi, non solo per cercare un risultato, ma per portare i colori dell’Ecuador con la nostra bandiera in un evento così importante. Il Tour è una grande gara, conosciamo già il percorso. Ma dobbiamo attendere la presentazione del Giro e della Vuelta per decidere i programmi, abbiamo la necessità di analizzare i dati e i profili di ogni gara».