Incredulità e stupore e tanta adrenalina, così Mathieu Van der Poel ha guardato oltre il traguardo, ancora incapace di apprezzare a pieno il capolavoro appena fatto. Alza la bici, urla e abbraccia la sua fidanzata e poi il pianto liberatorio. «Non ho parole per descrivere tutto questo! Non ne ero sicuro di poter vincere oggi: normalmente riesco ad avvertire quando sto per vincere e una volta tagliato il traguardo riesco a gioire. Oggi è stato tutto diverso, questa è stata una corsa diversa».
Van der Poel non ha soltatnto vinto il Giro delle Fiandre, ha battuto il suo acerrimo nemico Wout van Aert, con il quale nei giorni scorsi c’era stata tanta polemica. «Nel finale non mi sono reso tanto conto, perché sono arrivato completamente devastato dallo sprint. All'improvviso eravamo lì e ho dovuto decidere. Ho guardato la bici di Wout, ma nessuno di noi sapeva chi avrebbe vinto. Sono felice ho sempre creduto e sperato di poter vincere oggi».
Riguardando le immagini veloci del finale, Mathieu si congratula con se stesso, ammettendo di aver fatto uno sprint perfetto. «Stavo guardando Wout dietro di me, non il gruppo che si stava avvicinando e forse è stato anche un po’ pericoloso, mi sono girato più volte. Sapevo che più tardi sarebbe iniziato lo sprint e più sarebbe stato a mio favore. Il fatto che Wout abbia iniziato tardi lo sprint era un segno che anche lui si era stancato. L'ho preso perfettamente, ma ho sentito l’acido lattico arrivare fin dietro alle mie orecchie... Non ho osato esultare, hanno detto due volte che avevo vinto, ma io ho chiesto conferma dieci volte. Questo successo compensa tantissime cose che mi sono accadute. E il numero 51 da adesso sarà qualcosa di speciale per me».
Mathieu però avrebbe preferito un finale a tre, con Juliane Alaphilippe, che purtroppo è finito a terra, a causa di una moto della giuria che si trovava sul lato sbagliato della strada.
«In realtà non sono del tutto felice. Alaphilippe ha fatto la differenza sul Koppenberg ed eravamo solo noi due. Van Aert è arrivato dopo sul Taaienberg. Julian è stato sfortunato a colpire la moto. Io stesso posso dire di essere stato fortunato. Wout si è tenuto sul lato per proteggersi dal vento. Non avevo visto subito la moto e sono rimasto un po' scioccato».
Alaphilippe è stato sfortunato, in terza posizione, si è ritrovato stretto tra la moto e i suoi avversari. «Io mi sono trovato in una posizione più favorevole e sono riuscito ad evitare la moto, Julian no. Non sono contento di questo, perché avrei preferito un finale a tre. Allora ci sarebbe stata anche più tattica. Invece è stato un arrivo uomo contro uomo».
Mathieu e Wout, ancora una volta si sono trovati ad affrontarsi in uno scontro diretto. Due corridori diversi in tutto, anche nel carattere. Più docile e spettacolare l’olandese, più aggressivo il belga, che mal accetta le sconfitte. Nei giorni scorsi tra i due c’era stato attrtito, iniziato proprio con Van Aert che aveva criticato come Van der Poel aveva corso alla Gent-Wevelgem.
Wout aveva anche detto che avrebbe preferito perdere piuttosto che veder vincere il suo avversario, ma così non è stato e allo sprint il venticinquenne olandese è stato più bravo. «Attaccare è stato difficile. Eravamo sopra i 500 W di potenza, quindi siamo andati abbastanza veloci. Sul Oude Kwaremont e Paterberg abbiamo veramente spinto. Eravamo al limite e questo si capisce dal fatto che abbiamo aspettato a sprintare. I miei primi cinque secondi sono i migliori in uno sprint, lo so. La velocità iniziale era bassa e ancora una volta questo è andato a mio favore. Avevamo pensato di iniziare lo sprint nello stesso punto, ma sono stato di una frazione di secondo più veloce io e per questo ho vinto e non potete immaginare come ci si possa sentire dopo aver conquistato il Giro delle Fiandre».