Mancano circa due settimane al ritorno alle corse del panorama World Tour collocate in un periodo quasi inedito, è tempo di ricominciare. Niccolò Bonifazio, classe ’93, portacolori del team francese Total Direct Energie, è proprio in questi giorni in ritiro a Font Romeu, vicino ad Andorra, con il resto della preselezione del Tour de France. Per il corridore ligure, forte già di due vittorie quest’anno, si prospetta una seconda parte di stagione ricca di obiettivi in cui bisognerà necessariamente tenere conto del lungo periodo di stop.
Sei stato l’ultimo italiano a vincere in una corsa WorldTour. Che effetto ti fa pensare che sono passati più di 4 mesi?
«È veramente strano pensarci, è passato veramente tanto tempo, come se si affrontasse un’altra stagione. Quando ho vinto alla Parigi-Nizza era il 12 marzo e l’Italia era già in pieno lockdown, pochi giorni dopo mi sono chiuso in casa. Ero abituato a passare quel periodo davanti al televisore a vedere le classiche o a correrle, ma il mondo si è come fermato, non c’erano più gare, non c’era più nulla. Fortunatamente ero vicino alla famiglia, ma soprattutto alle spalle avevo una squadra con cui mi sentivo regolarmente. Anche gli sponsor sono stati fenomenali, non hanno mai mancato di sostenerci e anche in un momento di totale incertezza ci hanno dato una sicurezza che ci ha fatto molto bene»
Come è stato riprendere ad allenarti insieme ai tuoi compagni?
«Il rientro è stato bellissimo, finalmente ho potuto vedere i miei compagni dal vivo senza avere la divisione dello schermo di un cellulare. In questo momento siamo in ritiro solo con la preselezione del Tour de France, siamo proprio una bella squadra. Di mattina ci alleniamo in gruppo, poi ognuno ha dei compiti specifici, lo stare insieme rende tutto più piacevole. La vicinanza con lo staff è qualcosa di fondamentale, lo abbiamo a disposizione per ogni necessità e ci tiene il morale molto alto. Alla Total Direct Energie si respira un clima particolare, è il secondo anno che sono in questa squadra ma ho capito fin subito che era qualcosa di diverso rispetto a ciò che avevo provato prima. Siamo una realtà più piccola ma che punta a cose grandi, il personale tecnico è qui da molti anni, tiene al proprio lavoro. Noi corridori abbiamo un trattamento particolare, siamo sempre in stretto contatto con lo staff, ci sentiamo apprezzati e tutto ciò, soprattutto in un momento difficile come questo, non può farci altro che bene».
Come sarà il tuo programma da qui al Tour?
«Ritornerò ufficialmente alle corse proprio il primo agosto con la Route d’Occitanie, poi Milano Sanremo, Giro del Delfinato, campionati italiani e Tour de France».
Il Tour rimane l’obiettivo principale..
«Correndo per una squadra francese il Tour è molto sentito, è l’evento clou della stagione su cui sono focalizzate tutte le energie, si inizia a prepararlo mesi prima. Nulla viene lasciato al caso, per i francesi è qualcosa di speciale e fanno di tutto per onorarlo al meglio. Anche l’anno scorso sono stato al Tour, ma non ho vissuto pienamente quell’esperienza in quanto mi avevano chiamato all’ultimo. Questa volta però è diverso, ho parlato a lungo con i miei direttori sportivi e abbiamo cercato di non lasciare nulla al caso, con il calendario ci siamo focalizzati in particolare sulle corse francesi. La squadra mi ha dato veramente molta fiducia, quest’anno per le volate avrò a disposizione anche un treno, spero di non deluderli».
L’8 agosto, proprio vicino a casa tua si correrà la Milano Sanremo. Come sarà questa classica ormai non più di primavera?
«Sarà qualcosa di inedito, ma correre ad agosto non mi preoccupa molto. Di solito in quel clima si corre il Tour dove spesso ci sono frazioni molto lunghe anche dopo tappe impegnative. Occorrerà però vedere come reagirà il fisico, farà sicuramente più caldo che a marzo e si arriva da un lungo periodo di stop: queste sono le vere incognite con le quali ci dovremo confrontare tutti».
Quello della ripartenza sarà un ciclismo diverso?
«Non so come l’Uci si organizzerà, ma credo che almeno per il primo momento dovremo fare a meno di alcune cose, come il contatto con il pubblico. Non è semplice, il bello del ciclismo è stare vicino agli spettatori, prima della partenza i tifosi mi danno sempre una grande carica. Io sento sempre molto il calore del pubblico, nel ciclismo francese poi i fan sono una parte fondamentale, sono veramente appassionati di ciclismo e aspettano un anno intero per vederci correre sulle strade del Tour. Con una squadra francese e con un calendario che prevede molte corse in patria contiamo molto sul sostegno emotivo dei tifosi, è magico il modo con cui ci accolgono ad ogni corsa, ci sentiamo veramente apprezzati. Sarà difficile vivere tutto questo a distanza, ma è la precauzione necessaria al fine di stare più sicuri».