Prosegue l'inchiesta sul caso di Alex Zanardi: si lavora sulla handbike, con l'obiettivo di verificare se era omologata per circolare su strada, e si valutano le condizioni del manto stradale. I carabinieri sono stati visti di nuovo sul posto mentre scattavano foto all’asfalto perché si vuole capire se, magari, la handbike può aver preso un avvallamento o una fessura tanto da scartare mutando la traiettoria. La competenza della strada, da circa un anno, è passata all’Anas.
Nell’inchiesta c' anche il nodo permessi. Una volta chiarito il tipo di evento in cui va inquadrata la staffetta tricolore e se necessitava il preavviso al questore, verranno tratte le conclusioni. Il ‘faro’ potrebbe essere l’articolo 18 del Tulps (Testo unico leggi di pubblica sicurezza) che recita: «I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico, devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al questore. È considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l’oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata».
Nella settimana entrante è atteso l'affidamento delle perizie informatiche e sulla handbike.
Venerdì intanto all'ospedale Le Scotte di Siena è andato in visita il vescovo di Siena Lojudice: «Mi sono fermato per qualche momento in preghiera davanti a Zanardi e lo stesso ho fatto per tutti gli altri ricoverati nel reparto, È stata una piccola visita in forma del tutto privata, del resto anche il Papa in questi giorni ha parlato di Zanardi». E ancora: «Il primario mi ha detto sulle condizioni ciò che i medici hanno riferito ai giornalisti. La situazione è seria ma ho letto una certa speranza. Il colpo è stato forte ma anche Zanardi fisicamente lo è».
Intanto oggi la Staffetta Tricolore, guidata dal presidente della Federciclo Renato Di Rocco e dal c.t. della nazionale paraciclismo Mario Valentini, vive oggi la sua ultima tappa: da Porto Cesareo si arriverà a Santa Maria di Leuca verso le 16 con l’alzabandiera del testimone passato tra i 52 paralimpici, testimone che ha attraversato l'Italia partendo il 12 giugno da Luino.
«No, non c’è tristezza. Qui c'è il meglio dello spirito di squadra e di partecipazione, per seguire la motivazione e la spinta di Alex - spiega il presidente Di Rocco -. Certo, tutti gli azzurri avevano gli occhietti lucidi, per tanti di loro è un fratello maggiore. E pensare che quando il 2 giugno mi aveva chiamato per queste tappe, avevamo tanto riso insieme: “Renato, stavolta ti convoco io”. Io ho risposto presente, adesso aspettiamo tutti il ritorno di Alex».