«Sta crescendo molto, sembra un ottimo professionista e si sta integrando bene in squadra. Questa è una bella corsa per mettersi alla prova». Così Louis Meintjes, leader della NTT nel Tour de Langkawi che sta per iniziare, sul nuovo compagno di squadra Samuele Battistella, promosso quest’anno dal team Continental Dimension Data alla casa madre. Ed è proprio nelle ultime parole di Meintjes che risiede la chiave della condizione attuale di Battistella: «mettersi alla prova». Perché il 21enne di Castelfranco Veneto chiede soprattutto questo alla sua prima annata nel World Tour.
«Devo capire dove orientarmi, se sulle classiche o sulle corse lunghe – racconta Battistella –. Nelle categorie più basse ero completo: a parte forse nelle volate lunghe, potevo competere in qualunque situazione. A questi livelli però cambia tutto». E in questo percorso di conoscenza di se stesso, il giro della Malesia si inserisce perfettamente, alternando a diverse tappe per velocisti una salita dura come il Genting Highlands: «Sono qui per aiutare il gruppo: penso che principalmente aiuterò Louis, magari tirerò qualche volata… poi se ci sarà modo di ritagliarmi uno spazio mio, si vedrà». Ottimale per la crescita è anche la squadra che l’ha lanciato nella struttura Continentai e ora lo sta proiettando nel massimo circuito: «La NTT è tranquilla, non ti mette addosso troppe pressioni: l’ideale per imparare». E al primo giorno di pedalate in Malesia ha dimostrato di essere sulla strada giusta: super sprint nelle battute iniziali ad aprire la strada ai compagni nei giri finali del Criterium pre-Langkawi.
Battistella è approdato nel massimo circuito UCI forte del titolo mondiale U23 conseguito il 27 settembre scorso in Inghilterra. Ma la sua “promozione” è iniziata mesi prima, con due vittorie primaverili. Una corsa di un giorno e una a tappe, tanto per essere bipartisan nelle proprie qualità. Ce ne parla lui stesso: «Il Giro del Belvedere è una di quelle classiche che se vinci ti avvicinano al grande professionismo. Quindi quello mi ha dato una spinta ulteriore. Il Tour del Limpopo poi mi ha dato la conferma che potevo essere forte ovunque». Un po’ come il suo idolo: «Il grande nome a cui mi ispiro è Nibali: per lui non esistono “gare per velocisti” e “gare per scalatori”, sa essere vincente indipendentemente dalle caratteristiche».
Quest’ultima risposta vi ricorda qualcosa? È la stessa che ci ha dato di recente un altro giovane di bellissime speranze come Alessandro Fancellu. Del resto, è anche e soprattutto sui modelli virtuosi che si basa un movimento vincente.