Quando Remco Evenepoel, nel 2018 a Innsbruck, urlò al mondo la sua candidatura tra i grandi del ciclismo, sul gradino più basso del podio c’era un italiano dalla pedalata sicura e armonica: Alessandro Fancellu, comasco di Binago, nato il 25 aprile 2000. Esploso da junior con la Canturino, passato nel 2019 alla Kometa-Xstra U23, promosso quest’anno nel team Continental. «Evenepoel? Un marziano», ci dice Alessandro, col fresco sorriso del teenager e la consapevolezza dei propri mezzi: «L’obiettivo più importante di quest’anno è il Giro U23, con una tappa sul lago di Como, casa mia, e un arrivo all’Aprica, luogo di origine di mia mamma: lì ho imparato ad amare la bicicletta. E poi spero di poter andare ai Mondiali…». Sì, perché i progressi di Fancellu, passati anche dalla vittoria nel 2019 alla Vuelta a Leon (con tanto di trionfo nella salita dell’Alto de Ancares) lo mantengono nel radar del ct Cassani.
«Far parte di una struttura – prosegue Fancellu – dove sono presenti due tra i più grandi di sempre come Basso e Contador (rispettivamente team manager e proprietario, ndr), e avere il nome di quest’ultimo sulla maglia, mi rende orgoglioso e avendo diversi compagni di squadra italiani (Riccardo Verza, Giacomo Garavaglia e Antonio Puppio) è più facile comunicare. L’impatto col professionismo? Sarà fondamentale imparare a gestire il ritmo di gara. Alla Kometa sono il più giovane, quindi apprendo dai più esperti. A livello di impegno, in realtà mi allenavo parecchio già prima, ed era molto difficile conciliare sport e studio: mi sono diplomato come perito agrario, un domani mi piacerebbe iscrivermi all’università, Scienze Motorie, ma dovrò valutare se è fattibile». Del resto, vicino a sé ha chi lo può capire e sostenere: la sua ragazza, la piemontese Matilde Vitillo, 19 anni il prossimo 8 marzo: promessa del ciclismo su pista, campionessa europea (individuale, corsa a punti) e mondiale (inseguimento a squadre).
Che corridore è Fancellu? «Uno scalatore, ho sempre amato la salita più di ogni altra cosa – ammette – ma l’anno scorso sono diventato più veloce e sono migliorato a cronometro». Per raggiungere certi livelli, in fondo, bisogna sempre volersi migliorare, anche dove si è meno forti. E infatti, se gli si chiede chi è il suo modello tra i big attuali, la risposta è: «Vincenzo Nibali, che vince e dà il massimo anche in corse che non sono “sue” come caratteristiche». Un nome per niente casuale: l’ascesa verticale di Alessandro proseguirà l’anno prossimo nel World Tour, alla Trek Segafredo, capitanata proprio da Nibali. E non ha ancora esordito da pro.
Ecco, l’esordio. Fancellu salterà il debutto stagionale della Kometa-Xstra, il Challenge di Maiorca, a causa di un infortunio alla mano: «Sono vicino al recupero, punto a partecipare alla Valenciana (5-9 febbraio) ma è tutto da decidere». E tra presente e futuro, c’è anche il passato: «Il momento più emozionante della mia carriera? Oltre naturalmente al podio mondiale, un arrivo da vincitore al Sestriere, sempre nel 2018». Scalatore vero.