Dalle situazioni difficili possono nascere nuove opportunità. E’ quello che è successo a Nicola Bagioli, ciclista al 3° anno tra i professionisti che nella prima parte di stagione, a Morbegno, è stato speronato da un’auto che gli ha procurato un infortunio piuttosto serio alla schiena. Dopo mille peripezie, consulti e diagnosi, finalmente si è arrivati a una soluzione grazie ad uno specialista di Lugano, un neurochirurgo che gli ha diagnosticato 3 protusioni e le sfaccettature delle vertebre infiammate, problemi risolti con 3 iniezioni di cortisone (anche se di non semplice somministrazione vista la delicatezza della zona interessata).
Ma facciamo un passo indietro: il ragazzo di Lanzada, comune della Val Malenco a una quindicina di chilometri sopra Sondrio, si è infatti ritrovato nel limbo di quei corridori in cerca di un contratto e con la squadra in fase di smantellamento.
Bagioli deve aver fatto di necessità virtù ed ha rispolverato un mestiere, o meglio un’arte, che da cinque generazioni accompagna la sua famiglia. Come aveva visto fare a nonno Renzo e a papà Roberto, si è infatti messo a realizzare i lavec, le tipiche pentole in pietra ollare della Val Malenco.
Dice di non essere ancora bravo come i suoi avi ma che ogni lavec viene sempre meglio. Una lavorazione paziente e senza l’aggiunta di prodotti chimici con un tornio a secco rimesso in funzione (il bisnonno Luigi usava quello ad acqua). Le pietre così plasmate vengono cerchiate a mano con regge di rame e assemblate con ribattini.
«Questa pietra mi piace, anche se in Valmalenco non se ne trovano quasi più, dovrei aprire una miniera, ma non mi pare certo un’attività da praticare ora. Ci vorrebbe una concessione e fare una ricerca di un terreno adatto. Uso delle pietre che arrivano dalla Norvegia. Hanno il pregio di cuocere il cibo in maniera uniforme, sana, non intaccano i sapori e non cedono sostanze. Sono prodotti di qualità. Certo hanno un costo importante, ma per produrli ci vogliono molte ore. Una volta terminate si possono utilizzare sulla stufa, sul gas e, con un adattatore, pure sulla piastra a induzione».
Tornando alla professione di ciclista ci si chiede come uno sportivo possa portare avanti 2 attività così faticose in contemporanea.
«Il ciclismo viene al primo posto e al momento la produzione dei lavec non è così faticosa. Richiede tempo e pazienza. Mi ci dedico quando posso, prima devo allenarmi e riposare, ma alla fine riesco a realizzare pezzi unici. Che soddisfazione».
Naturalmente il ciclismo resta al centro dell'attenzione di Bagioli senior (suo fratello Andrea esordirà il prossimo anno nel WorldTour con la maglia della Deceuninck Quick Step) che sa preparando le valigie per Torino e poi per Benidorm: domani infatti la Androni Sidermec si radunerà nel capoluogo piemontese per le rituali visite mediche e domenica volerà in Spagna, dove resterà fino al 22 dicembre. A gennaio, le prime corse che saranno Vuelta al Tachira e Vuelta San Juan: per Bagioli, esordio al Laigueglia con l'obiettivo di migliorare il piazzamento dello scorso anno, quando fu secondo...
Nel 2019 ha dimostrato di avere carattere, tenendo duro nella stagione più difficile della sua carriera. Un Giro d’Italia disputato tra grandi sofferenze, notti insonni e pensieri bui. Ora è tempo di tornare a sorridere. Per costruire una buona condizione ci vuole tempo, ma la pazienza non manca ad uno che è abituato a plasmare con delicatezza la pietra. Sono regole antiche, come quelle del ciclismo.