Se si vuole capire lo spirito di squadra, basta ascoltare Davide Cassani. Più che un Ct sembra un esteta di cose ciclistiche, che gode alla sola vista della “grande bellezza” azzurra. «Cosa vuoi che ti dica: sono un uomo fortunato, perché ho a che fare con ragazzi eccezionali – dice il Ct romagnolo, che dal 2014 ad oggi ha raccolto due titoli continentali consecutivi con Matteo Trentin ed Elia Viviani, oltre ad un argento sempre con Elia, due bronzi nella crono con Moreno Moser ed Edoardo Affini, e un bronzo nella staffetta mista. E poi l’unica medaglia iridata con Adriano Malori a Richmond nel 2015 -. Io ho il merito di scegliere i ragazzi giusti, ma poi sono loro a fare il resto. A regalarti prestazioni superlative che ci fanno sentire orgogliosi di essere italiani, e di far parte di questa fantastica avventura. Il ciclismo è sport individuale, ma senza squadra non si va da nessuna parte. Senza uno spirito di squadra non si può certamente ambire a questo tipo di traguardi».
Davide Cassani è estasiato, dopo una prova maiuscola. Non era facile, perché l’Olanda correva sulle strade di casa e Dylan Groenewegen era chiaramente l’uomo da battere. Ma i tulipani hanno fatto i conti senza l’oste. «Oggi i ragazzi hanno davvero fatto qualcosa di eccezionale – aggiunge il Ct azzurro -. Sapevamo delle difficoltà del percorso, del pericolo dei ventagli. Avete visto? Dopo soli 15 km siamo stati noi a portare via la fuga di 35 corridori, con un’azione di grandissima intelligenza. Noi in riunione avevamo predisposto tutto. Dovevamo essere bravi a cogliere l’attimo, e loro sono stati eccezionali a mettere in pratica quello che avevamo in mente. Ripeto: io scelgo e loro fanno. Hanno corso con l’anima, per vincere. Io penso di essere bravo solo a scegliere uomini giusti, ma loro sono stati davvero eccezionali. Sapevano che su un percorso del genere inseguire era peggio che stare là a tirare. Facile fare il commissario tecnico e vincere con uomini del genere… ». Facile prevedere che non è finita qui.