La proposta di riforma del Codice della Strada votata il 9 luglio dalla Commissione Trasporti della Camera, offre qualche segnale positivo anche per il mondo della bici. Trova conferma l’introduzione della distanza minima di 1,5 m nel sorpasso dei ciclisti, che il Ministro Toninelli aveva promesso agli amici dell’ACCPI, grandi protagonisti di questa misura. Trova spazio, per la prima volta, l’obbligo del casco fino all’età dei 12 anni. Una sorta di tabù infranto dopo le tante resistenze dei produttori di biciclette. Piccoli segnali di valore generale, che però possono concorrere anche alla specifica sicurezza degli atleti in allenamento, a partire da quelli più piccoli.
Il testo passa ora all’esame della Camera e successivamente al Senato, con la previsione che la riforma possa trovare il suo traguardo definitivo entro il prossimo autunno.
In tale percorso, tutto può ancora succedere, sia in meglio che in peggio. Speriamo almeno non venga sottratto quel poco che temporaneamente è stato riconosciuto al mondo delle bici. Vorremmo sperare anche che, proprio a supporto della sicurezza nel ciclismo, altre novità fossero aggiunte tra quelle da tempo rivendicate, prima fra tutte, l’aumento dei poteri delle scorte tecniche sia nelle gare che negli allenamenti organizzati. Misure più volte rivendicate dagli esperti di settore, ma che sembrano orfane di ogni autorevole rappresentanza, a partire dalle istituzioni del mondo sportivo, che sulla riforma del CdS sembrano avere le “ruote” piuttosto sgonfie.