Clamoroso! Il 24 settembre il Giudice di Pace di Macerata, ha condannato una scorta tecnica di una gara ciclistica ad una multa di 800 euro, a tre mesi di sospensione della patente, al pagamento delle spese processuali ed al pagamento di 20 mila euro di provvisionale alla controparte che l’aveva denunciata per “lesioni personali colpose”.
I fatti risalgono al 6 settembre del 2014, quando, in località Montecosaro, durante lo svolgimento di una gara ciclistica ed in presenza dell’ordinanza di sospensione temporanea del traffico, il motociclista scorta tecnica veniva urtato da uno scooter inseritosi abusivamente tra i fuggitivi ed il gruppo, il cui conducente, piuttosto che rispondere al ripetuto invito di fermarsi, svoltava improvvisamente a sinistra provocando la caduta di entrambi con danni alle moto e danni fisici di una certa entità.
E’ la prima volta in Italia, che l’attività di una scorta tecnica viene giudicata in base l’art. 590 del codice di procedura penale ed è la prima volta, sconfessando ogni attesa ed ogni pronunciamento precedente, che una scorta tecnica viene condannata per un sinistro procurato addirittura da chi non poteva assolutamente procedere nello spazio tra l’inizio ed il fine gara.
A tutela di questa scorta tecnica, gli addetti ai lavori sanno benissimo quanto si possa trarre conforto dal codice della strada o dalle prescrizione contenute nelle ordinanze prefettizie, oppure ancora dal disciplinare delle scorte tecniche e dalle varie circolari al riguardo emesse dal Ministero dell’Intermo.
Eppure, tutto inutile: il Giudice di Pace di Macerata, nonostante l’ottimo lavoro dei legali del denunciato, ha ritenuto di condannare la scorta tecnica per una condotta imprudente giacché “durante una gara ciclistica valgono comunque e sempre le regole del codice della strada”.
Una sentenza inverosimile, una aberrazione giuridica, un errore colossale, che si spera venga ribaltata in sede di appello, il cui ricorso sarà presentato dai legali del condannato appena il Giudice avrà depositato le ragioni della sua sentenza.
Lo speriamo ardentemente, perché se la condanna inflitta alla scorta tecnica marchigiana fosse la corretta e logica applicazione della legge, beh, allora diciamocela con franchezza, fino ad oggi ci saremmo raccontati solo favole. E da domani chi di noi svolge servizi di scorta alle gare ciclistiche potrebbe anche starsene a casa. Un po’ quello che stanno pensando i soci del Gruppo del malcapitato collega.