A poche ore dallo “start” dell’undicesima edizione dell’Arctic Race of Norway i principali indiziati per il successo finale e per ben figurare nella corsa scandinava hanno parlato così ai nostri microfoni.
Chris Froome: «Mi sento bene, le sensazioni sono buone e sono felice di questo. Quella di venire qui all’Arctic Race è stata una decisione dell’ultimo minuto e quindi non ho fatto una preparazione specifica ma mi sento bene e sono qui per aiutare i miei compagni ad ottenere il miglior risultato possibile. Siamo qui con una squadra forte e non vedo l’ora di cominciare anche perché per me è la prima volta in questa corsa. Sarà una gara veloce, è una breve corsa a tappe, e spero che riusciremo a lottare per una vittoria di tappa ma anche per la GC con Blackmore che è il nostro corridore più forte al momento».
Andreas Leknessund: «Mi sento bene e le sensazioni sono buone. Correre qui, nel mio paese, significa tanto. L’Arctic Race è parte della mia carriera, sin da quando ho iniziato ed è stata la corsa che mi ha fatto avvicinare al ciclismo e ci ho anche lavorato come volontario ed è una corsa che ho vinto anche due anni fa. Sia io che tutto il team siamo molto motivati e cercheremo di ripetere il successo del 2022, ma proveremo anche a centrare un successo di tappa».
Christian Scaroni: «Dopo il Giro d'Italia, l'appuntamento era il Campionato Italiano ma, avendo preso il Covid alla Corsa Rosa, ho dovuto saltarlo perché non ero in buone condizioni e quindi ho dovuto un po' riguardare i miei programmi. Per questo sono andato subito in altura e lì ho immediatamente pensato a questa corsa dove il secondo posto in classifica per 1” è stato difficile da digerire. Ora però non è il momento di guardare indietro. Arrivo qui bene, alla Prueba Villafranca nel finale ero a lottare per le prime posizioni, sono sicuro che la preparazione è stata adeguata. Il livello mi sembra un po' più alto rispetto all'anno scorso: la Uno-X, ad esempio, ha portato uno squadrone e, secondo me, è il team da battere. Hanno Magnus Cort Nielsen e un corridore come Leknessund che ha dimostrato già al Sibiu di andar forte: è la loro corsa di casa e giustamente vogliono far bene. Di mio però sono fiducioso. Sicuramente è una corsa dove bisogna avere tante gambe ma anche molta intelligenza tattica perché non ci sono salite lunghissime e spesso la classifica si gioca sui secondi per cui bisogna fare attenzione anche ai traguardi volanti che diventano fondamentali. Kanter e Selig si occuperanno delle volate, quindi si presume i primi due giorni di gara, mentre la terza e la quarta tappa al mio fianco a darmi una mano ci sarà Samuele Battistella (anche se nulla toglie che, se ci dovesse essere un giorno in cui non sarò al 100%, lui possa fare la corsa). In origine quindi si partirà tutti per me e per curare la generale anche se non saremo noi ad avere l'obbligo di tirare. Lo sterrato? Più che quello mi preoccupano le forature. Certamente sarà importante prendere quel settore almeno nelle prime 20 posizioni per non farsi sorprendere da attacchi come quelli che potrebbe portare la Uno-X. Ad ogni modo, con una squadra come quella che portiamo quest'anno, non dobbiamo temere queste cose, abbiamo uomini capaci di correre nelle posizioni avanzate del gruppo. L’insidia maggiore? Secondo me i ventagli. Diciamo che, come ho dimostrato l'anno scorso, me la cavo però è un attimo farsi sorprendere e se la Uno-X riuscisse a creare un buco l’ultimo giorno con gli uomini che ha risulterebbe un po' difficile chiudere. Bisognerà verificare bene come si evolverà quella giornata».
Kevin Vermaerke: «La mia forma è abbastanza buona. Quest’estate sono tornato negli Stati Uniti, ho fatto un buon training camp lì e quindi sono ripartito. Il viaggio di ritorno in Europa non è stato così semplice ma ho comunque fatto il Czech Tour lo scorso fine settimana e ora, dopo qualche giorno a casa, sono qui. Spero che le gambe siano a posto. Ho un buon ricordo di questa corsa l'anno scorso, quindi mi auguro di poter far meglio e vivere una buona settimana. Io punterò alla classifica generale mentre abbiamo Tobias Andresen per gli sprint di domani e della seconda tappa: questo sarà il nostro piano. Lo sterrato nella seconda tappa? Non vedo l'ora. Mi piace. Da quello che ho sentito dire, non è nulla di folle, io non lo conosco ma penso che sarà molto bello. Chi terrò d’occhio in corsa? Penso che la Uno-X abbia una squadra forte. Anche la Israel ha alcuni ragazzi per la classifica... Credo che dovremo tenere d'occhio tutti, davvero, anche perché qui siamo in sei, quindi non è facile controllare. In ogni caso vedremo dove saranno i favoriti dopo la terza tappa e ci assicureremo di essere lì con loro».