Giacomo Villa è alla sua prima stagione da professionista con il team Bingoal Wb ed è all’inizio di un grande sogno: ce lo dice chiaramente appena lo raggiungiamo al telefono, basta un attimo per trovarsi immersi in una lunga chiacchierata che ci si trova a spasso nel tempo, ma non solo. Serve poco per dimenticare di essere separati da migliaia di chilometri e da un’ora di fuso orario, ci troviamo in due luoghi in cui il ciclismo è considerato in un modo completamente diverso. Quando lo sentiamo, infatti, Giacomo è impegnato al Tour du Rwanda dove si è ritagliato i suoi spazi e ha messo fuori la testa dal gruppo urlando un fragoroso “ci sono anche io”. Nelle prime tre tappe in linea, infatti, non è mai uscito dalla top ten dimostrando che sta crescendo ed è pronto a misurarsi nel ciclismo che conta.
«Ammetto che un po’ mi sono stupito del mio rendimento, sono arrivato in Ruanda con una buona preparazione, ma ottenere subito ottimi risultati mi ha veramente sorpreso. C’erano diversi Development Team, ma anche molti corridori del circuito World Tour che tengono ritmi completamente diversi. Eravamo solo in 5 atleti per squadra e quindi non c’era un unico squadrone a guidare il gruppo, bisognava sempre arrangiarsi un po’ e così ho fatto buttandomi nelle volate e provando a giocare le mie carte. Ho fatto quarto, quinto e settimo, ma quello che mi porto a casa è soprattutto l’esperienza di questi giorni di gara» ci dice Giacomo facendoci conoscere anche un nuovo aspetto del Ruanda, Paese in cui il ciclismo è visto come una festa.
Dai suoi racconti emerge l’immagine di un Paese speciale nel quale ogni mattina intere scolaresche si presentavano alla partenza con gli occhi sognanti per vedere degli autentici cavalieri in bicicletta, aspettavano ore ed ore ancora prima dell’arrivo dei pullman fino al via ufficiale, tutti pronti a godersi un evento unico.
Come ci spiega Villa il ciclismo in Ruanda è un mondo a parte, la competizione finisce in secondo piano a favore della grande festa alla quale tutti possono partecipare senza distinzione e della quale i corridori sono i grandi protagonisti. I buoni risultati di Giacomo in Ruanda confermano l’ottima partenza del suo 2024. Già in Francia a la Marseillaise e poi nelle cinque tappe de L’Etoile de Besseges aveva dimostrato di aver preso la strada giusta.
«Sono contento del mio inizio di stagione, mi sono allenato tanto durante l’inverno e con la squadra ad inizio gennaio abbiamo rifinito la preparazione a Calpe; ho avuto la possibilità di pedalare al caldo, cosa che invece a casa mia, in Brianza, non era possibile - ha proseguito Giacomo -. In Francia c’erano corridori importanti ed è stato bello potermi confrontare con i grandi, ho capito che ho tanto ancora da imparare e che bisogna sempre essere attenti. In corsa può succedere veramente di tutto e per superare le difficolta e gli imprevisti occorre tanta esperienza che spero di acquisire gara dopo gara.»
Classe 2002, Giacomo Villa viene da Monticello Brianza, un piccolo paesino del lecchese caro al Leone delle Fiandre Fiorenzo Magni. In bici fin dalla categoria G1, è cresciuto nelle squadre locali per approdare alla Biesse Carrera, dove ha seguito la scuola di Marco Milesi e Dario Nicoletti, e da quest’anno è alla Bingoal Wb. Appena è arrivata la proposta non se l’è fatto dire due volte e ha detto sì alla chiamata del nord tenendo sempre nel cuore quello che gli anni in Italia gli hanno insegnato. Nella Bingoal l’approccio alle corse è quello dei professionisti, si inizia a correre con distanze impegnative, si alza il ritmo e il livello degli avversari, inutile dire che il 2024 è per lui l’anno della rivoluzione. Nella squadra belga tutto è amplificato, dalla cura per gli allenamenti a quella per l’alimentazione, niente viene lasciato al caso.
«Nei tre anni in Biesse Carrera ho imparato davvero tanto, porto nel cuore gli insegnamenti di Milesi e Nicoletti che mi hanno trasmesso la passione e la dedizione per questo mestiere. Con la Bingoal sento di aver fatto un salto in avanti, la squadra è molto strutturata e veniamo seguiti in tutto e per tutto. Parlo bene inglese ed è facile comunicare con gli altri ragazzi del team, mentre è un po’ più complicato relazionarsi con i membri dello staff che usano prevalentemente il francese: diciamo che ci devo un po’ lavorare. Per fortuna in squadra c’è Spezialetti che è il mio direttore sportivo di riferimento, con lui parlo molto delle mie sensazioni anche giù dalla bici e lui ha sempre una parola per me. Alessandro mi ascolta molto e mi dà consigli preziosi, si interfaccia direttamente con tutti gli altri preparatori che monitorano i nostri allenamenti. La differenza più grande rispetto all’anno scorso non è solo l’internazionalità del team, ma soprattutto nelle gare che affrontiamo, ora non ci sono più solo gli Under 23, c’è il meglio del meglio del ciclismo mondiale» prosegue Giacomo che ci porta all’interno del team.
Alla Bingoal può contare su un piccolo pezzo di Italia: oltre al direttore sportivo Alessandro Spezialetti ci sono infatti Marco Tizza, con cui spesso si allena, e Davide Persico. Quella di Giacomo è una scoperta continua, ogni gara è un banco di prova per capire fino a dove può arrivare, ma anche imparare il più possibile. Dopo l’esperienza africana affronterà la Milano Torino e la Coppi & Bartali e poi proverà a giocarsi un posto nella selezione delle gare in Belgio e Olanda.
Giacomo adora delle corse del nord, ce lo dice con l’emozione di chi ama il ciclismo vero, fatto di fatica, ma destinato ad entrare nella leggenda. Il Fiandre e la Roubaix sono un sogno grande grande, mentre le classiche delle Ardenne sono quelle che più si addicono alle sue caratteristiche. L’anno scorso ha già provato ad assaporare uno spicchio di nord quando con la nazionale italiana ha preso parte alla Liegi-Bastogne. Liegi Under 23: ci è voluto poco per innamorarsi di quei luoghi, dei tifosi fedeli delle grandi classiche, e si è ripromesso di tornarci una volta passato professionista.
«La Liegi Bastogne Liegi e la Freccia Vallone sono le due corse a me più congeniali, mi piacciono le gare nervose con tanti strappi e poco tempo per riprendere fiato. L’anno scorso correre la Liegi Under 23 è stata un’emozione incredibile e sarebbe pazzesco correre dopo un anno quella dei professionisti, spero che la squadra mi dia questa opportunità».
Giacomo sogna e non ha paura di farlo perché ora come non mai chi si ferma è veramente perduto, il ciclismo ce l’ha ormai nel sangue e fa parte della sua vita. Si è innamorato della bici da bambino grazie allo zio Mauro, dalla passione le gare sono venute di conseguenza. Villa ha attraversato tutte le categorie da G1 salendo fino agli junior e poi ai professionisti passando dalla Cascina de Bracchi alla Uc Costamasnaga, dalla Us Biassono alla Biesse Carrera fino ad approdare alla Bingoal. Sono tanti i chilometri che ha percorso in bici per un viaggio che sembra già lungo ma che in realtà è appena iniziato. Accanto a Giacomo ci sono amici e parenti che l’hanno sempre sostenuto, i suoi primi tifosi che l’hanno seguito passo dopo passo. Con l’approdo nel professionismo le domande di nonni, genitori e zii sono aumentate, tutti sono curiosi di conoscere, sono attenti ai risultati e sono in trepidante attesa di foto e di racconti delle corse così lontane da casa. A Monticello Brianza e nei comuni vicini si inizia a parlare di Giacomo Villa come di quel ragazzo semplice innamorato del ciclismo, chi lo vede in strada ad allenarsi lo saluta e gli urla che lo seguirà in televisione. Giacomo rimane con la testa sulle spalle, non pone limiti ai suoi sogni, ma sa che dovrà impegnarsi tanto per riuscirci. Il 2024 è appena iniziato e davanti a lui ha tante occasioni per dimostrare quanto vale.
da tuttoBICI di marzo