Si avvicina la storica partenza del Tour de Frane dall'Italia e dagli archivi eerge la storia di una corsa unica che ha legato i due Paesi: la 17a edizione della Parigi-Nizza, infatti, ha portato il gruppo da Parigi... a Roma passando per Nizza e Firenze. Era l'inizio del 1959. In quattro puntate vi stiamo raccontano un'avventura franco-italiana movimentata e assolutamente unica, caratterizzata dal profumo dell'impresa e della sfida inedita.
PUNTATA 4. GLI EROI SONO STANCHI
Jean Graczyk ha dovuto affrontare una grande pressione da quando ha indossato la maglia bianca e in particolare lo ha dovuto fare nell'ultima tappa dominata dai francesi. Il percorso della Firenze - Siena è stato sicuramente il luogo in cui Jean Graczyk ha trascorso la sua giornata più stressante. Per Raphaël Géminiani si trattava sempre di trovare la formula giusta ed è probabilmente per questo che lanciò la sua controffensiva sulla salita verso San Gimignano, a una cinquantina di chilometri dall'arrivo. Portò con sé Everaert e Gerard Saint – quest'ultimo era il leader designato per cercare di battere Graczyk – mentre Roger Rivière si unì a loro giusto il tempo necessario per raggiungere il villaggio, descritto dai francesi come la "Carcassonne toscana". Dietro di loro, Graczyk affrontava i colpi degli avversari e si difendeva come meglio poteva: probablmente per lui ci sarebbe stata una disfatta completa se Gerard Saint non fosse stato frenato da una caduta in discesa. Quando raggiunse Piazza del Campo a Siena, fu chiaro a tutti che l'attacco non era andato a segno: "Popof" mantenne la sua posizione di leader della classifica generale, anche se con un vantaggio di soli 15 secondi su Saint. E doveva ancora essere affrontata la tappa più lunga della corsa: i 242 chilometri fino a Roma.
Anquetil prezioso gregario di Graczyk
In parte per evitare il confronto con Rivière, Anquetil aveva avvertito fin dall'inizio i suoi tifosi che la Parigi-Nizza-Roma arrivava troppo presto per farne un vero obiettivo. Che finisse per vestire i panni di luogotenente di un giovane Jean Graczyk, tuttavia, non era scontato, anche perché si trattava di un rango umile rispetto a quelli cui era abituato. Ma quando scattò il tentativo di blitz di Gerard Saint sulla strada per Siena, Maître Jacques aiutò il leader della corsa a mantenere la sua posizione: «Ho riacquistato la fiducia l'ho visto accanto a me - spiegò quella sera il leader -. Si è trasformato per me! Mio Dio, se vinco questa Parigi-Roma, ti garantisco che darò a Jacques tutto ciò che vuole, non c'è niente che non farò per lui».
Il giorno dopo, questa sorta di sostegno reciproco si diffuse in tutta la squadra Helyett-Leroux, che ancora una volta vide minacciata la maglia bianca. Ed è stato ancora una volta grazie ad Anquetil che il vantaggio di 15 secondi è rimasto intatto fino al traguardo nella capitale italiana. Graczyk deve la sua più grande vittoria al lavoro del suo illustre capitano.
Due maglie di leader sul podio
Poiché la Parigi-Nizza-Roma era divisa in due sezioni, c'erano due vincitori da festeggiare sul podio di Roma. Ed è stata la Marsigliese a risuonare nel Colosseo durante la cerimonia ufficiale, suonata per Jean Graczyk che, dopo aver vinto la Parigi-Nizza, è riuscito a mantenere la Maglia Bianca assegnata al vincitore della classifica generale combinata delle due corse.
Ma la seconda parte della gara, tra Mentone e Roma, è stata dominata da Gérard Saint, che ha attaccato fino alla fine nel tentativo infruttuoso di scalzare il leader. Secondo gli osservatori, il giovane corridore del team "Rapha" è stato il più convincente del gruppo. Si dice che il vincitore della Maglia Verde – assegnata al leader delle tappe italiane – sia stato quasi frenato da quel simbolo, almeno questo è quello che credeva il suo compagno di squadra Roger Rivière, come ha dichiarato a L'Equipe il giorno dopo: "Se non si fosse guadagnato la Maglia Verde, Gérard avrebbe sicuramente fatto di più per prendere quella bianca!"Forse troppe maglie hanno un effetto strano...».
L'ultima giornata
Con la conclusione fnale nella favolosa ambientazione del Colosseo, le 12 gornate di gara della Parigi-Nizza-Roma hanno dato vita ad alcune superbe battaglie. Una delegazione di ciclisti è stata addirittura ricevuta in Vaticano da Papa Giovanni XXIII. Ma i 1955 chilometri del percorso, la maggior parte dei quali pedalati sotto il freddo e la pioggia di inizio marzo, hanno lasciato i partecipanti esausti. Colpito dalla febbre, Louison Bobet si è ritirato durante l'ultima tappa, e la grande abbondanza di ritiri alla Milano-Sanremo, disputata cinque giorni dopo, ha rivelato l'evidente stato di stanchezza im gruppo.
Alla fine, c'erano pochissimi candidati per una seconda edizione nello stesso formato nel 1960. Inoltre, l'acuirsi delle tensioni tra le autorità ciclistiche italiane – che stavano spingendo per l'inclusione di squadre sponsorizzate al Tour de France – e il capo del Tour Jacques Goddet – che era ancora saldamente legato alle squadre nazionali (anche se non ancora per molto) – non erano certo il viatico ideale per i niziative che richiedevano una buona intesa tra le parti interessate su entrambi i versanti delle Alpi. Qualche anno dopo, nel 1966, il lancio della Tirreno-Adriatico rese ancora più improbabile un progetto di questo tipo in quel periodo della stagione ed è per questo che la Parigi-Nizza-Roma è rimasta un evento unico.
LA CLASSIFICA FINALE Graczyk (Fra / Replace-Leroux) 2. Gérard Saint (Fra / Rapha-Géminiani), 15'' dietro 3. Pierrino Baffi (Ita / Ignis), à 4'15'' 4. Henri Anglade (Fra / Liberia), a 4'44'' 5. Pierre Everaert (Fra / Rapha-Géminiani), a 5'13'' 6. Gastone Nencini (Ita / Carpano), à 5'30'' 7. Roger Rivière (Fra / Rapha-Géminiani), a 6'24'' 8. Nicolas Barone (Fra / Rapha-Géminiani), a 6'26'' 9. Michel Van Aerde (Bel / Carpano), a 8'10'' 10. Jean Dotto (Fra / Liberia), à 9’32
1. JeanI VINCITORI DI TAPPA
Parigi-Gien, 170 km : Willy Vannitsen (Bel/ Urago-Ghigi) Gien-Moulins, 210 km : Vito Favero (Ita / Atala) Moulins-Saint-Etienne, 181 km: Leon Van Daele (Bel / Flandria) Saint-Etienne-Uzès, 212 km: Armando Pellegrini (Ita / Emi-Guerra) Saint-Mamer-Vergèze, clm 27 km: Jacques Anquetil (Fra / Substitute-Leroux)Vergèze-Manosque , 164 km: Vito Favero (Ita / Atala)Manosque-Nizza, 202 km: Pierre Everaert (Fra / Rapha-Géminiani)Mentone-Vintimile, 73 km: Gérard Saint (Fra / Rapha-Géminiani)Vintimile-Chiavari, 208 km: Pierre Everaert (Fra / Rapha-Géminiani)Chiavari-Firenze, 238 km: PierrinoBaffi (Ita / Ignis)Firenze-Siena, 116 km: Michel Van Aerde (Bel / Carpano)Sienne-Rome, 242 km : Armando Pellegrini (Ita / Emi-Guerra)
4 - fine
GIA PUBBLICATE
PUNTATA 1: LA CORSA DELLE DUE CAPITALI