L'Aquila di Toledo ha piegato le ali e posato il capo: Federico Martin Bahamontes è morto questa notte all'età di 95 anni. Autentica leggenda del ciclismo, nel 1959 è stato il primo spagnolo della storia a conquistare il Tour de France, salendo sul podio della Grande Boucle nel 1963 e nel 1964, rispettivamente - al secondo e al terzo posto.
«Allora - scriveva Gian Paolo Porreca sulle nostre pagine celebrando i suoi 80 anni - correva per la Tricofilina, una squadra che propagandava una popolare brillantina per uomo, e che fu anche l'ultima scommessa in vita di Fausto Coppi, che ne fu il patron. Quell'anno, sarà stato il miracolo di Coppi, Bahamontes imparò finalmente ad andare forte - o almeno meno piano - anche in discesa. E cambiò la sua storia, e quella del ciclismo, in un giorno di luglio del 1959, sulle Alpi, sul Col de la Romeyere. Quel giorno, in fuga con Gaul, ebbe il coraggio di seguirlo senza tirare i freni in discesa, e piombare a Grenoble, davvero come un' aquila non condannata al senso unico della montagna. E conquistò la maglia gialla. Che avrebbe portato sino a Parigi. Spiccando il volo da quel fatidico Col de la Romeyere, dove sei anni prima, dopo aver staccato ovviamente tutti, si era fermato in vetta, per il timore di planare giù da solo, e si era andato a prendere un gelato in una bouvette: in attesa del resto del Tour. Perchè, a quel re delle montagne lì, al di là della salita, tutto il resto sembrava allora una noia tremendamente superflua. Anquetil e Bobet compresi».
Straordinario scalatore, unanimemente considerato uno dei più grandi specialisti della storia, Bahamontes per ben sei volte ha vinto al Tour la classifica del miglior scalatore. Bahamontes, scavalca montagne, un nome identificativo e chiarificatore per sempre della sua grandezza: per due volte è stato il miglior scalatore della Vuelta, per una volta al Giro d'Italia, undici in totale le tappe che ha vinto nei grandi giri.
Il sindaco di Toledo, Carlos Velázquez, ha annunciato due giorni di lutto cittadino «in segno di riconoscenza di tutti i toledani» per il campione che dal 2016 era il decano dei vincitori del Tour.